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Carlo Nordio, nel mirino la magistratura: "Intercettazioni, uso fuori controllo e spesa eccessiva"

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"No alle dimissioni", finché non c'è una sentenza definitiva: il ministro della Giustizia Carlo Nordio lo ha detto a proposito del ministro dei Trasporti Matteo Salvini e della ministra del Turismo Daniela Santanchè, coinvolti in due casi giudiziari diversi. Secondo il Guardasigilli, è giusto così "dal punto di vista giuridico, formale e politico". Intervistato da Skytg24, Nordio ha spiegato: "Il criterio generale da seguire sta nella Costituzione, con la presunzione di innocenza. Finché non c'è una sentenza definitiva si è presunti innocenti".

Parlando invece del capitolo intercettazioni, il ministro ha sottolineato che in Italia se ne fa "un uso eccessivo". Il che, ha continuato, "comporta una spesa fuori controllo". Secondo lui, una tale spesa "dovrebbe essere devoluta a intercettazioni più sofisticate per captare le comunicazioni della criminalità organizzata, che avvengono con sistemi satellitari che non siamo in grado di intercettare perché è troppo costoso". Nordio, poi, si è detto "abbastanza ottimista" sull'iter della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente. Una riforma, ha rivendicato il Guardasigilli, "che non è affatto punitiva nei confronti della magistratura" e che infatti "è stata votata all'unanimità, anche con un mimino di applauso, da parte del Cdm". 

 

 

 

Il ministro, a tal proposito, ha precisato: "L'iter parlamentare è già iniziato e, trattandosi di una riforma costituzionale, avrà bisogno del doppio passaggio". Poi ha aggiunto: "Onestamente penso che alla fine sia corretto che si vada a referendum: penso che sia una materia di così alta sensibilità su cui sia giusto che si esprima il popolo italiano. E sono convinto che in questo caso approverebbe la nostra scelta".

 

 

 

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