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Consulta, Pd e M5s non partecipano al voto: non ritirano la scheda
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Prosegue il braccio di ferro sulla nomina del giudice mancante della Consulta: da una parte il centrodestra compatto sulla nomina di Francesco Saverio Marini, dall'altra il centrosinistra altrettanto coeso. A poche ore dall'inizio del voto Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra italiana, Azione e Italia Viva hanno confermato la decisione di non partecipare alla votazione del Parlamento in seduta comune. In particolare i parlamentari di Avs non saranno in aula, mentre quelli dem e Cinque stelle non ritireranno la scheda. "Ci siamo sentiti e coordinati", ammette la leader del Pd Elly Schlein a SkyTg24.
Insomma, una posizione comune che però, tiene a precisare Chiara Braga, è ben lontana dall'essere una rivalsa: "Non abbiamo mai avuto posizioni precostituite. Ci siamo posti il tema di far funziona la Corte. Per questo abbiamo sempre cercato un'interlocuzione con la maggioranza per giungere a un nome condiviso come sempre avvenuto. Da venerdì abbiamo assistito a un cambiamento repentino, totale chiusura e una proposta inaccettabile. Per questo abbiamo scelto di non partecipare al voto. Non un Aventino ma una scelta di strategia parlamentare condivisa con le altre opposizioni".
E così l'obiettivo della maggioranza è quello di raggiungere il quorum, i 363 voti necessari. Questo - lo definisce Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia - "incoraggia sempre gli accordi, e noi non ci siamo mai tirati indietro. Sappiamo bene cosa significa quando all’opposizione non vengono dati gli spazi che in una democrazia sono necessari, successe a noi con la Rai, con il Copasir al tempo del Governo Draghi. Noi crediamo nell’equilibrio. E quindi sono loro che sembrano fare muro su tutto". Poi, è il ragionamento del responsabile Organizzazione di Fdi raggiunto dal Corriere della Sera, "la maggioranza avrà o no il diritto di essere maggioranza, e di dare la propria indicazione?".
A non capire le ragioni della minoranza anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida: "Sul voto per l'elezione del giudice della Consulta abbiamo accolto le sollecitazioni del Capo dello Stato che sostiene la necessità che il Parlamento si esprima e che porti a compimento un adempimento che gli compete. Non sappiamo quindi perché le forze di minoranza non intendano partecipare al voto. È necessario per la costruzione di un sistema come quello previsto dalla Costituzione Noi non temiamo niente".
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