Custodia cautelare, la stretta: vietato pubblicare le ordinanze
Il governo mette ancora mano alla giustizia. Una nuova stretta, approvata nel Consiglio dei ministri della vigilia, mercoledì 4 settembre, dove è arrivato il sì in esame preliminare al decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale a quella europea, riguardo alla presunzione di innocenza, dando attuazione alla legge di delegazione europea nella parte in cui vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare. Insomma, in ossequio alle richieste Ue e alla tutela degli imputati, sarà vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare.
Secondo quanto si apprende, "il testo dà attuazione all'articolo 4 della legge di delegazione europea 2022-2023 (legge 21 febbraio 2024, n. 15), con il quale il Governo è stato delegato ad adottare le disposizioni necessarie a garantire l'integrale adeguamento alla direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, integrare quanto disposto dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, e assicurare l'effettivo rispetto dell'articolo 27, secondo comma, della Costituzione". In particolare, "al fine di rafforzare alcuni aspetti della presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell'ambito di un procedimento penale, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva (UE) 2016/343 e nel rispetto dei principi di cui agli articoli 21, 24 e 27 della Costituzione, il provvedimento modifica l'articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare".
Una decisione garantista, sollecitata dalla Ue. Ma, ovviamente, da sinistra gridano alla censura. In prima fila Repubblica, che nell'edizione online (la prima a dare la notizia) titola: "Il governo Meloni contro la libertà di stampa dà il via libera al bavaglio Costa: vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare". E ancora, Rep aggiunge che "sarà possibile pubblicare solo il capo di imputazione. Magistrati e giornalisti in rivolta". Ancor più barricadero, e surreale, l'attacco del pezzo: "Il governo Meloni brandisce la scure contro la libertà di stampa. E lo fa proprio in coincidenza con il caso Boccia-Sangiuliano. La decisione ha il sapore di rivalsa", la sparano grossissima. Con buona pace delle indicazioni della Ue.