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Toti, il sequestro dimostra che in Italia il sistema democratico è a rischio

Fabrizio Cicchitto
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Visto che la procura di Genova ha fatto trenta, forse potremmo anche chiederle di fare trentuno. La procura ha arrestato e costretto alle dimissioni il presidente della Regione Liguria, eletto da una legittima maggioranza elettorale sulla base di una motivazione giuridica che anche il costituzionalista Sabino Cassese ha ritenuto del tutto priva di fondamento. Infatti la legge italiana, diversamente da quella inglese, non mette divieti a finanziamenti da parte di imprenditori che lavorano in una area politica di riferimento di un presidente di Regione odi un sindaco purché essi siano dichiarati. Toti ha dichiarato quei finanziamenti, ma sulla base di quella dichiarazione è stato arrestato e costretto alle dimissioni. Quindi si è trattato di un sostanziale sequestro di persona.

Questa ultima iniziativa della procura è stata preceduta da una serie di azioni giudiziarie nello stesso senso che hanno provocato la caduta di una serie di presidenti di Regione e di sindaci quasi tutti successivamente assolti quando però il loro ruolo politico era andato a farsi benedire.

 

FATTO 30, FACCIANO 31

Allora visto che ci troviamo di fronte ad un autentico vulnus è bene che tutto venga fuori e caso mai chiediamo alle procure avendo fatto trenta che facciano anche trentuno e indichino il loro futuro presidente regionale preferito. È evidente che il nostro auspicio ha un carattere provocatorio. La provocazione deriva da una situazione gravissima. Infatti una autentica raffica giudiziaria ha colpito i civici di maggior rilievo espressi dal centrodestra, vedi Toti, vedi sia pure in forme più tenui Brugnaro, mentre il sindaco di Genova Pucci tiene ma è già stato sottoposto a bombardamenti.

Tutto ciò vuol dire che per il futuro il centrodestra rischia di fare dei sogni di mezza estate se pensa di proporre per la Liguria una nuova versione di sindaci civici. Vista l’aria che tira, gli indipendenti e i civici sono chiaramente in fu ga. Per parte sua il Pd sta seguendo un criterio ben diverso e cioè quello di portare alla presidenza della Regione sostenuto dalle baionette della procura l’onorevole Andrea Orlando, già ministro di Grazia e Giustizia in ottimi rapporti con l’Anm, con il Csm e con Magistratura democratica.

 

PROTESTA IN PIAZZA

Sulla situazione però pesa negativamente un fatto: il centrodestra nel suo complesso (questa volta con l’eccezione di Salvini) non ha capito tempestivamente la gravità della ferita che veniva inflitta all’assetto democratico del Paese con il sequestro del presidente Toti. Infatti con quella motivazione tutti i presidenti di Regioni e i sindaci di centrodestra sono a rischio e quindi si è creato un colpo durissimo all’assetto democratico del Paese che avrebbe richiesto esso sì una grande manifestazione a Genova di solidarietà con il sequestrato Toti e anche l’apertura di un confronto con il massimo garante della democrazia nel nostro Paese che è il presidente Mattarella perché siamo di fronte ad una rottura delle regole.

Diciamo questo del tutto indipendente dalle preferenze per questo o quello schieramento politico, ma per la costatazione che dopo l’affievolimento del potere giudiziario derivato dalla crisi del Trojan (caso Palamara) con la vicenda ligure siamo di fronte a un salto di qualità che rimette nelle mani delle procure la vicenda di tante regioni. E conseguentemente di tutto il sistema politico italiano.

 

PUNTO DI SVOLTA

Quindi, invece di una continua guerriglia fra centrodestra e centrosinistra su casi simili, è indispensabile che tutte le forze garantiste che concentrano la loro attenzione su questo nodo fondamentale capiscano che è iniziata una deriva giustizialista che come nel ’92-’94 e come nel 2011-2012 rimette in discussione alla radice gli equilibri politici del Paese, così il centrodestra e anche le forze del centro frantumatesi per scontri personali non capiscono che siamo ad un punto di svolta negativo le cui conseguenze future saranno esse sì sul terreno di una crisi della democrazia.

di Fabrizio Cicchitto  
Presidente di ReL Riformismo e Liberta 

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