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Mafia e appalti, Pignatone indagato: accuse pesantissime, è guerra tra toghe

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Risulterebbe indagato, nell'ambito del dossier "mafia e appalti" l'ex procuratore aggiunto di Palermo Giuseppe Pignatone. Quest'ultimo, che oggi presiede il tribunale della Città del Vaticano ed è stato procuratore anche a Reggio Calabria e a Roma, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dai pm siciliani con l'accusa di favoreggiamento alla mafia. Questa mattina, tra l'altro, sarebbe stato interrogato all'interno del palazzo di giustizia di Caltanissetta. Nello stesso fascicolo ci sarebbero anche i nomi dell'ex magistrato antimafia Gioacchino Natoli e del generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti. 

A loro viene contestato di aver insabbiato un'indagine proveniente dalla procura di Massa Carrara, l'inchiesta "mafia e appalti", che sarebbe una delle cause della strage di via D'Amelio e per la quale l'ex pm Natoli chiese l'archiviazione nel giugno del 1992. Si tratta di una vicenda ricostruita davanti alla Commissione nazionale Antimafia nel settembre 2023 dall'avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino. L'inchiesta del 1992 riguardava i presunti rapporti fra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo guidato da Raul Gardini. Un'indagine su mafia e appalti su cui si era concentrata proprio l'attenzione di Paolo Borsellino.

 

 

 

Il 5 luglio scorso anche l'ex pm Gioacchino Natoli era stato convocato nella procura nissena per essere interrogato e si era avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di chiedere alla Procura un successivo interrogatorio in cui fornire "ogni utile chiarimento". Secondo i magistrati, avrebbe aiutato a sfuggire alle indagini alcuni imprenditori mafiosi, avrebbe chiesto l'archiviazione di un filone d'indagine dell'inchiesta mafia-appalti e disposto la distruzione di bobine con intercettazioni rilevanti. Anche il generale Screpanti, all'epoca capitano, è stato interrogato e ha risposto alle domande dei pm nisseni.  

 

 

 

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