Roberto Spinelli? Una manipolazione clamorosa, speriamo sia stata involontaria
Dal primo minuto dell’inchiesta genovese su Giovanni Toti (e in seguito, giorno dopo giorno, con le puntuali corrispondenze di Pietro Senaldi), questo giornale non ha avuto esitazioni nel mettere nero su bianco tutto quello che non tornava e non convinceva nell’impianto accusatorio: l’oggettiva tempistica “elettorale” del caso, l’uso discutibilissimo delle misure cautelari (due-tre anni dopo le erogazioni di denaro contestate), il tentativo mediatico (con l’uscita di una carta al giorno) di puntellare un’impalcatura fragile, e – per ciò che riguarda in particolare il governatore ligure – il vero e proprio teorema volto a collegare contributi privati regolarmente registrati a un presunto e opaco do ut des tra imprese e politica.
E qui si entra in un territorio dove difendersi diventa un’impresa letteralmente diabolica: se Toti accelera una pratica, all’accusa non va bene; se pare che la rallenti, ai magistrati non va bene lo stesso. Capite bene che, applicando questi criteri, qualunque amministratore pubblico potrebbe essere messo sulla graticola. (...)