Cerca
Logo
Cerca
+

Delmastro rinviato a giudizio: "In aula dalla stessa parte della barricata del pm..."

  • a
  • a
  • a

Rinviato a giudizio con l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio, Andrea Delmastro Delle Vedove non si dimette. Anzi, rilancia. Il sottosegretario alla giustizia non nega di aver riferito al collega Giovanni Donzelli le relazioni del Gruppo operativo mobile sui colloqui anti 41 bis dell'anarchico Alfredo Cospito con i boss. Queste ultime utilizzate poi dal deputato di Fratelli d'Italia in Aula contro la delegazione del Pd in visita a Cospito. "Sì - premette Delmastro raggiunto dal Corriere della Sera - ma intendo continuare a esercitare il mio ruolo, al meglio, all'interno del ministero della Giustizia. Così come mi è stato chiesto dai tanti che in questo momento mi stanno testimoniando solidarietà per questo inconsueto rinvio a giudizio".

Una decisione sospetta per Delmastro, che ancora una volta ricorda come "il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti". Insomma, "sarò uno dei pochi sotto il profilo giuridico che in dibattimento sarà dalla stessa parte della barricata del pm. Ai posteri l'ardua sentenza". Eppure la decisione del gip Maddalena Cipriani è stata chiara. Per lei la dicitura a "limitata divulgazione" rendeva coperti dal segreto quei verbali usati da Donzelli per difendere il 41 bis e attaccare la sinistra. Ma Delmastro non perde la fiducia nella giustizia: "Da cattolico non dispero mai. Ci sarà prima o poi un giudice a Berlino che riconoscerà che non c’è segreto e quindi non c’è reato".

A denunciare il sottosegretario è stato Angelo Bonelli. Il leader dei Verdi ha raccontato di essersi visto negare quegli stessi atti. Nulla di più falso per il diretto interessato: "Bonelli ha sbagliato. Ha fatto un accesso generalizzato agli atti. Gli è stata riqualificata la richiesta come sindacato ispettivo. E ha avuto quello che chiedeva perché sono atti ostensibili".

Oltre a Delmastro, a finire nel mirino di Pd e compagni è Carlo Nordio. La colpa del ministro della Giustizia? Aver difeso il sottosegretario in Parlamento. "Il ministro - tuona l'esponente di FdI - avrà diritto a esporre le sue ragioni e la sua lettura dei fatti e del diritto? O adesso c’è anche il reato di pensiero e il reato di argomentazione giuridica? Attendo risposte dai preclari giuristi di sinistra". Ecco dunque che Delmastro nega tutte le accuse: "Non ho passato alcuna carta. Ho risposto alla domanda di Donzelli, cosa che è mio dovere fare e faccio con qualsiasi parlamentare". 

Dai blog