Iolanda Apostolico, i "100 intellettuali" contro Salvini: ecco chi firma
La giudice Iolanda Apostolico non solo non ha la minima intenzione di dimettersi, ma ora si ritrova pure degli illustrissimi "scudi umani" pronti a ergersi in sua difesa.
Un documento, firmato da un centinaio di intellettuali, vuole proteggerla dall'"attacco del governo". Il gruppo, spiega il Corriere della Sera, comprende "in gran parte giuristi" e ha come "primo firmatario Luigi Ferrajoli". Nel testo si condanna l'atteggiamento di Ministro Salvini definendola "un'aperta aggressione ai fondamentali principi della Costituzione repubblicana: la separazione dei poteri e l'indipendenza della giurisdizione e la libertà di riunione esercitata dalla cittadina Apostolico".
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Ancora, i firmatari parlano di "illegittima operazione di dossieraggio" contro la magistrata, riferendosi ai video e ai post emersi dal passato della toga, che aveva partecipato a una manifestazione contro il governo e il Viminale sul caso Diciotti, nel 2018 (con tanto di insulti volati all'indirizzo delle forze dell'ordine accorse sul molo di Catania) e aveva pure condiviso sui social dei "like" galeotti con "vaffa" a Salvini, all'epoca dei fatti ministro dell'Interno.
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In queste ore, la Apostolico si è resa protagonista di una seconda sentenza con la quale ha non convalidato il trattenimento nel CPR di Pozzallo di 4 migranti tunisini sbarcati illegalmente in Italia. Una decisione fac-simile rispetto alla prima sentenza, che per quanto coerente sembra sempre più tesa a "smontare" il Decreto immigrazione varato dal governo. "Giustizia o politica?", si chiede polemicamente la Lega in una nota, invocando "un intervento necessario, come consentito dalla Costituzione, per rispetto della legge, del buonsenso e del popolo italiano".
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"Un provvedimento giudiziario si può criticare ma non è tollerabile - proseguono i 100 intellettuali pro-Apostolico -, in uno Stato di diritto, che il potere politico aggredisca il giudice che lo ha emesso, con insulti e minacce". E in difesa della giudice si è schierato anche il neoprocuratore generale di Messina, Carlo Caponcello: "Mi auguro di vivere in un Paese dove nessun magistrato debba domandarsi, prima di apporre la propria firma su un'ordinanza, su un atto, una sentenza, cosa potrà accadere se non sarà in linea". Se davvero Lega e centrodestra proveranno a varare una riforma dei tribunali, molti dei diretti interessati sembrano già pronti a scatenare l'inferno al grido "resistere resistere resistere".