Iolanda Apostolico inchiodata dal secondo video? Lo scandalo: chi difende il giudice
Spunta un secondo video dal quale emerge la presenza della giudice Iolanda Apostolico alla manifestazione del 25 agosto 2018 al molo di Catania. A girarlo, però, non solo le misteriose “manine” o i servizi deviati tirati in ballo dalla sinistra e dalla magistratura rossa. No. Questa volta l’autore del video ha un nome e un cognome, Stefano Bertolino, e una professione: giornalista per l’agenzia Lapresse. A svelare l’esistenza del video e pubblicarlo, è stato il giornale online Open. Nelle immagini si vede la giudice Apostolico agitarsi in direzione dei poliziotti, mentre un uomo (Open ipotizza si tratti di un esponente politico locale) urla insulti contro le forze dell’ordine.
In questo video si vede bene la giudice e si vede come, a differenza di quanto dichiarato nei giorni scorsi («ero lì per evitare scontri»), non sembra voler fare da paciere. Ad un certo punto alza il braccio e lo tende verso alcuni poliziotti, dice anche qualche cosa, ma le parole non si capiscono e il volto è parzialmente coperto dalla presenza di un’altra persona non aiuta.
Iolanda Apostolico e il marito, il terzo video è uno choc: insulti ai poliziotti | Video
COSA SI VEDE
Pochi minuti dopo la pubblicazione del secondo video arriva una nota della Lega: «L’esclusivo video di Lapresse è sconvolgente e spazza via le ridicole difese d’ufficio e i comici tentativi di spostare l’attenzione da un fatto evidente e gravissimo: un giudice in piazza contro le forze dell’ordine.
Nelle nuove immagini- prosegue la nota- la dottoressa Apostolico non difende donne e uomini in divisa insultati, alza la voce e il braccio, tace davanti a grida e parole irriferibili». Per questo Salvini si chiede «cosa debba succedere ancora affinché tutte le istituzioni, unanimemente e rapidamente, intervengano di fronte a questa pagina oscena della nostra democrazia» e torna a chiedere «dimissioni immediate!».
Anche il meloniano Giovanni Donzelli carica a testa bassa: «È indifendibile. Adesso con il secondo video non ci sono scuse. Chi la difende è in malafede». E il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, rincara la dose: «Ci sono ben poche parole da spendere. Il giudice farebbe bene a chiedere scusa e la magistratura tutta a prendere le distanze da una condotta inopportuna».
La pubblicazione del secondo video arriva al termine dell’ennesima giornata ad alta tensione tra maggioranza e opposizione. Una giornata iniziata già al mattino presto con le bordate dell’ultimo numero de La Stampa firmata da Massimo Giannini, che dedica alla vicenda tre paginate dove si parla di «magistrati nel mirino» perché «hanno preso iniziative sgradite alla maggioranza» e addirittura di «dossieraggio squadrista» da parte di Salvini contro la giudice Iolanda Apostolico che, fanno sapere dal tribunale di Catania, «continuerà ad occuparsi di migranti».
Anche Giuseppe Conte attacca il leader della Lega: «Il ministro Salvini chiarisca come e perché ha avuto quei filmati, perché quei filmati se sono stati realizzati dalla Digos sono nella disponibilità delle forze di polizia per altri compiti, non per attaccare i magistrati». Idem don Luigi Ciotti che tifa Apostolico: «Brava la giudice: ha applicato la legge e il diritto europeo, e avete visto il massacro», mentre magistratura democratica torna a parlare di «spericolate ingerenze nella vita privata dalla Apostolico».
La reazione del centrodestra a questi attacchi concentrici non si fa attendere. Per il ministro Raffaele Fitto «è un fatto gigantesco». Il vice premier Antonio Tajani ricorda che «bisogna anche apparire al di sopra delle parti, non soltanto esserlo».
UN CARABINIERE
Il Carroccio, sempre tramite una nota, reagisce agli attacchi facendo notare che «Per qualcuno a sinistra il problema è “chi ha girato il video”. Per la Lega e per milioni di italiani il problema è cosa si vede in quel video, ovvero un giudice in mezzo a una manifestazione dove si insultano poliziotte e poliziotti, e si inneggia alla clandestinità». In serata arriva anche la notizia secondo cui a girare il primo video, quello che ha dato il la alla vicenda Apostolico sia stato un carabiniere che avrebbe girato quelle immagini «senza alcuna finalità» e che poi le avrebbe condivise solo pochi giorni fa «con una ristretta cerchia di persone».
Il video, secondo la fonte della notizia, non sarebbe mai stato allegato ad atti interni o a informative all’autorità giudiziaria. I superiori del militare avrebbero già informato l’autorità giudiziaria di Catania sulla circostanza. Subito dopo la notizia qualcuno aveva puntato il dito sull’ex carabiniere, oggi senatore del Carroccio, Anastasio Carrà. Era stato lui nei giorni scorsi, guardando le immagini ad identificare la giudice Apostolico e il marito. Carrà, però, ha smentito la circostanza in una nota: «Non avevo visto il video prima che Matteo Salvini lo pubblicasse sui social e non ne sono mai stato in possesso». Alla luce di questo nuovo filmato, però, la polemica su chi abbia girato il primo perde totalmente d’importanza.