Iolanda Apostolico? La Lega: "Cioffi costretto a lasciare, lei no"
Vi ricordate del giudice Giuseppe Cioffi? A qualcuno, a sinistra, magari fischieranno le orecchie sentendo il suo nome, in queste ore in cui tutti dal Pd al Movimento 5 Stelle passando per i giornali d'area s'affannano a difendere il sacrosanto diritto della giudice Iolanda Apostolico a partecipare a manifestazioni in cui si insultano le forze dell'ordine e si protesta contro il ministro dell'Interno in carica. Il diritto, in altre parole, di manifestare il proprio (legittimo) pensiero politico in pubblico.
Ricapitoliamo: la Apostolico è la giudice di Catania protagonista la scorsa settimana di una sentenza molto discussa con la quale ha smontato il decreto immigrazione del governo Meloni rimettendo in libertà alcuni migranti sbarcati illegalmente a Lampedusa e destinati al centro di Pozzallo. Una sentenza che ha lasciato "basita" la stessa premier Giorgia Meloni e che ha fatto dire a Matteo Salvini che i tribunali sono "luoghi sacri" e che non devono essere "della sinistra".
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A un paio di giorni da quelle dichiarazioni, con le opposizioni che come sempre in questi casi si schierano con le toghe, prima spuntano alcuni like malandrini della stessa Apostolico su Facebook e "cuoricini" a post durissimi del marito contro Salvini, compreso un bel "vaffa".
Quindi, la prova regina dell'inopportuna esposizione pubblica della giudice: un video in cui si confermava la sua partecipazione a una concitata manifestazione sul molo di Catania il 25 agosto del 2018 (con il marito anch'egli presente). I commentatori più moderati hanno sottolineato come una personalità con un ruolo tanto delicato (e coinvolta peraltro in processi su temi così centrali politicamente) avrebbe fatto meglio a tenersi in disparte, a evitare condotte facilmente e inevitabilmente interpretabili come "non super partes". Un appunto dettato da logica e da buon senso, prima ancora che da ostilità. Eppure a sinistra il tema del giorno è il "dossieraggio" che avrebbe permesso di rintracciare velocemente il volto della toga in una manifestazione di 5 anni e fa e utilizzarlo per attaccarla.
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Peccato che lo stesso fosse accaduto qualche anno fa, ma stavolta con la sinistra pronta a cavalcare il tema senza venire accusata da nessuno. "Fu fotografato con esponenti di Forza Italia, e un articolo de la Repubblica bastò per far scattare gli accertamenti dell’allora Guardasigilli Orlando (Pd) con tanto di apertura di una pratica del Csm - recita un post social della Lega -. Il giudice Giuseppe Cioffi venne travolto da polemiche feroci e fu costretto a lasciare. Era il gennaio 2018. Il giudice non aveva nemmeno condiviso insulti volgari contro i ministri, né era sceso in piazza mentre la folla grida 'animali' e 'assassini' alla Polizia. I magistrati sono tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri".