Cannabis light, il Tar del Lazio sospende il decreto: il Cbd può essere venduto
Sospeso lo stop, proposto da un decreto del governo, all’uso orale di prodotti a base di Cbd. Lo ha deciso il Tar del Lazio, accogliendo la richiesta presentata dall’Ici, Imprenditori Canapa Italia. A comunicarlo, in una nota, è stata proprio l'Ici. Il decreto contestato predisponeva l’inserimento delle "composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis" nella tabella dei medicinali, rendendone così più complessa la vendita nei negozi. Il 3 ottobre l'Ici ha presentato ricorso, chiedendo l’annullamento del decreto e contestando, tra le altre cose, "la decisione di ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti o psicotrope". L’efficacia del decreto, dunque, sarà sospesa fino alla camera di consiglio fissata il 24 ottobre.
Secondo l’Ici, il decreto è illegittimo perché "l’inserimento dei composti ad uso orale a base di CBD nella tabella dei medicinali ivi stabilito è stato disposto senza la previa adozione del parere del Consiglio Superiore di Sanità, richiesto dalla vigente normativa e, già nel 2020, ritenuto necessario dal Ministero della Salute" e "senza che sia stato chiarito dalle preposte autorità se gli effetti del cannabidiolo varino con la percentuale di utilizzo", ha spiegato l'associazione in una nota.
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Inoltre, l'Ici sottolinea che la decisione del governo sarebbe in contrasto "con la giurisprudenza comunitaria (CGUE 19.11.2020, C663/18), che ha escluso che il CBD possa costituire uno stupefacente ai sensi del diritto europeo e con le posizioni assunte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità".
"Questa decisione ci lascia esterrefatti perchè è scientificamente provato che anche le droghe cosiddette leggere generano dipendenza e procurano danni fisici per l’aumento, negli anni, dei loro principi attivi - ha commentato il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato -. Il Governo Meloni non si tirerà indietro e continuerà nel proprio percorso di lotta agli stupefacenti che minano la salute, soprattutto dei nostri giovani. È nostro dovere tutelarli".
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