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Olindo e Rosa, il procuratore: "Accuse ai magistrati ingiustificabili"

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"Le sentenze non lasciano spazio a perplessità". Con queste parole Massimo Astori respinge le accuse mosse al suo ufficio nel corso delle indagini sulla strage di Erba. Il procuratore di Como, attraverso una nota, fa sapere che dal 2015 ad oggi "ai tre gradi di giudizio e ai due giudizi incidentali", sono seguite numerose altre pronunce sulle istanze di nuovi indagini o di revisione del processo, tutte respinte. "Le confessioni - continua - sono state dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare e accompagnate a ulteriori prove emerse". E le stesse confessioni "sono state seguite, nei mesi successivi, da ulteriori dichiarazioni confessorie a più interlocutori e persino da appunti manoscritti".

Insomma, per Astori "la ritrattazione è stata frutto di un cambio di strategia processuale". A suo dire non stupisce che "le difese (di Olindo Romano e Rosa Bazzi) intendano legittimamente proporre nuove inziative", stupisce "che la proposta di revisione, frutto dell'iniziativa individuale di un sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte D'Appello di Milano sia stata rapidamente e integralmente divulgata prima della sua trasmissione all'Autorità competente"

Astori contesta diverse espressioni del Pg come quella di "uso pesante di fonti di prova come grimaldelli per convincere i fermati a confessare" e "manipolazioni da parte dei Carabinieri'. "Le espressioni sopra riportate - commenta - contengono accuse di condotte abusive e illegittime, se non veri e propri reati, a carico di magistrati, senza giustificazione alcuna". Astori dunque non ci sta e ricorda che la procura di Como "in questi 16 anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio, guidata dal rispetto della legge, delle parti processuali e degli stessi condannati". E su questi ultimi, è la conclusione del procuratore, ci sono "prove incontestabili". Per la coppia si prospetta un nuovo ribaltone dopo che il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, ha depositato una relazione per l'eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba.

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