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Richieste folli di anarchici e terroristi in carcere: Italia alla follia, l'analisi di Andrea Pasini

Andrea Pasini
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In questo paese siamo arrivati alla follia. Le persone oneste, lavoratrici, che fanno sacrifici e sono di esempio per la nostra nazione sono quotidianamente vessate da sempre più tasse e da una burocrazia pachidermica, godono di servizi pubblici scarsi, per non parlare delle misere pensioni che dopo una vita di sacrifici percepiscono, oltre che da altri mille problemi, eppure continuano a lavorare onestamente e a contribuire alla crescita della nostra amata Nazione .Lo fanno ogni giorno con spirito di sacrificio e senza mai lamentarsi. 

Sono loro i veri Eroi di questo paese.  Ma purtroppo, di queste persone ai “potenti” probabilmente importa poco e nulla in quanto non rappresentano un problema. E sapete perché? Perché sono troppo impegnati con quelle persone che nella loro vita non hanno fatto altro che diffondere odio, cattiveria, dolore e rabbia. E neanche quando, finalmente, vengono assicurati alla giustizia, smettono di farlo. Anzi,  si sentono legittimati ad avanzare persino delle pretese. E sapete perché? Perché in questo paese fa più notizia un anarchico delinquente che fa lo sciopero della fame per abolire il 41 bis, oppure un branco di suoi adepti che si divertono in nome del loro credo a minacciare le autorità dello stato e a mettere a ferro e fuoco le nostre città a differenza di chi tutti i giorni si alza di buon ora la mattina e va a lavorare per mantenere con tanti sacrifici la propria famiglia  e che contribuisce con questo a far crescere il nostro Paese. Le belle notizie non fanno notizia. 

E così, ingiustamente, quelle persone oneste che cercano di fare dell’Italia un posto migliore, si trovano a fare i conti oltretutto con questi criminali temendo  addirittura per la loro incolumità. Faccio l’esempio delle Forze dell’Ordine che devono ormai prestare sempre più attenzione quando svolgono il loro lavoro. Mestiere che ormai vivono  non più con serenità concentrati a garantire la nostra sicurezza ma con angoscia e frustrazione, perché al giorno d’oggi i delinquenti sembrano avere più diritti e garanzie di chi serve tutti i giorni lo Stato e ci permette di vivere da uomini liberi. Oppure come i Pubblici Ministeri o i Giudici impegnati quotidianamente con grande spirito di abnegazione e sacrificio  per far rispettare il valore dell’onestà, della legalità  e per permetterci di poter vivere da uomini liberi. Attaccati quotidianamente dalla polticia, dai giornali ed ora anche da dei criminalità anarchici. Proprio questi eroi che prima venivano minacciati ed addirittura uccisi dalle brigate rosse e dalla mafia e  che ora si trovano a contrastare gli anarchici violenti che da mesi ormai li minacciano con sempre più cattiveria. 

Siamo arrivati al punto in cui un anarchico criminale, insieme ai suoi adepti, cerca di sovvertire lo Stato con la violenza e seminando la paura nel nostro paese. Siamo arrivati al punto in cui chi ruba tutti i giorni (e lo ammette con fierezza) non può essere chiamato ladro. 

Questa deriva valoriale e direi di informazione sta gettando il nostro paese nel caos più totale. E ora, per aggiungere danno alla beffa, dobbiamo pure sentire la richiesta di questo brigatista delinquente che chiede di poter bene il vino in carcere. Siamo arrivati alla follia! 

Ebbene sì, è successo davvero. Cesare Battisti, all'ergastolo per due omicidi firmati dai Proletari armati per il Comunismo, è detenuto nel carcere di Parma. Non è sottoposto al 41bis come l'anarchico Alfredo Cospito, e nemmeno al regime di alta sicurezza, eppure chiede condizioni di vita più umane. Cosa sarebbe successo di così ingiusto da fargli chiedere un cambiamento? Beh, gli sarebbe stato negato il quarto di vino e birra durante i pasti.

Ma le sue richieste non si fermano qui. In un manoscritto di tre pagine, Battista ha annotato tutte le sue lamentele, quasi come si trovasse in un hotel dallo scarso servizio invece che in carcere. Tra le rivendicazioni più assurde dell’uomo, il diritto alla palestra e al «telecomando libero», ma anche la mancanza di una presa elettrica in cella per l’uso del computer e l’impossibilità di stampare testi o fare fotocopie. 

Privazioni che sono del tutto normali nella stragrande maggioranza delle prigioni italiane, ma che secondo Battisti sarebbero il segno di «ostilità ingiustificate» nei suoi confronti. Ci rendiamo conto a dove siamo arrivati? Povera Italia.

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