Renzi condannato per la carta igienica? Ecco chi è la pm: ora tutto torna
Matteo Renzi dovrà pagare 42 mila euro a Marco Travaglio. Lo ha deciso Susanna Zanda, magistrato al tribunale di Firenze, sul caso noto come "carta igienica". Nel 2019 la telecamera di Tagadà inquadrò il direttore del Fatto Quotidiano con un soprammobile sullo scaffale: un rotolo di carta igienica con stampata la fotografia del leader di Italia Viva. Da qui la denuncia di Renzi per diffamazione. Denuncia diventata un buco nell'acqua. Anzi, ora sarà l'ex premier a dover risarcire il giornalista. Ma il nome della Zanda non è uno qualsiasi. Il giudice era già noto come "leader dei no vax".
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Durante la pandemia la Zanda ha emesso una ordinanza prima, e una sentenza poi, che reintegrava una psicologa non vaccinata che, secondo la legge, era stata sospesa dall’ordine. "Dopo l'esperienza del nazi-fascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il suo consenso libero e informato", si legge nelle due ordinanze.
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Per il giudice la vaccinazione altro non è che una sperimentazione: "Neanche un solo cittadino europeo può essere, quindi, sacrificato per una sperimentazione medica, o per altri motivi, perché la dignità umana è inviolabile e perché 'LA LEGGE NON PUÒ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA'" (lo ha scritto maiuscolo nella sentenza). Ma non è tutto. La Zanda era già stata applaudita sulle colonne del Fatto. Il merito? La sentenza con cui aveva ordinato la rimozione di un impianto WiFi da una scuola perché ritenuto pericoloso per la salute, sentenza poi ribaltata in quanto fondata su teorie prive di evidenze scientifiche.