"Il 16 gennaio è una data importante": Nino Di Matteo, ospite di David Parenzo e Concita De Gregorio a In Onda su La7, ha parlato della cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Subito, però, ha chiarito: "È stato assicurato alla giustizia uno dei capi di Cosa nostra ma dobbiamo anche considerare, e questo non appartene alle fantasie complottistiche, alcuni dati di fatto". Il primo, a suo avviso, è che "in un paese come il nostro è scandaloso che un latitante rimanga tale per 30 anni". Poi ha fatto riferimento al fatto che ci sarebbero "alcune anomalie nell'ultimo periodo della latitanza di Messina Denaro che devono essere capite bene".

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Ieri mattina la prima cosa che ho fatto appena sveglio è stata la lettura del Corriere della Sera, cosa che facci...Parlando di tale anomalie, il magistrato ha detto: "Ne cito alcune. Messina Denaro stava a casa sua, si muoveva con un documento di un suo compaesano realmente esistente che stava lì, frequentava locali pubblici, concessionarie, ospedali, cliniche provate, utilizzava telefonini, scambiava il suo numero con altri, faceva foto. Questi sono tutti comportamenti che vanno spiegati". Di Matteo, poi, ha aggiunto: "L'alternativa che si pone dal punto di vista del ragionamento è questa: o si sentiva talmente sicuro che nessuno lo avrebbe mai arrestato oppure nell'ultimo periodo ha accettato l'ipotesi di farsi arrestare".

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“Mi piace moltissimo il tono trionfalistico nell’aver arrestato uno che faceva il latitante da trent’a..."Ma si è consegnato?", ha chiesto a un certo punto Parenzo. "Dobbiamo auspicare indagini approfondite - ha risposto il magistrato - l'arresto era stato previsto anche nella tempistica da Baiardo, quei fatti non possono essere liquidati. Va capito perché quel soggetto ha detto quelle cose e che segnali intendeva mandare".
