Giuseppe Conte, Francesco Storace: toh, in tribunale ha perso la parola
Fa il testimone dell'accusa al processo di Palermo sull'immigrazione clandestina e spara balle. Giuseppe Conte sembra desiderare da tempo la galera per Matteo Salvini. Lo fece anche per la bufala dei fondi russi alla Lega sulla quale si precipitò a speculare persino da Palazzo Chigi. Si era appena trasfigurato nel Conte 2 e ne approfittò.
Era settembre 2019 quando sollevò una inesistente questione di trasparenza. L'allora premier, che da gialloverde diventava rosso, puntò a fare male: «Se si assumono responsabilità istituzionali così elevate, come un ruolo nell'ambito di un governo, bisogna assicurare massima trasparenza- osservò Conte in un'intervista a SkyTg24 -.
La fiducia dei cittadini nelle istituzioni si alimenta con la correttezza dei comportamenti. È per questo che io ho avvertito la necessità e l'urgenza, una volta sollecitato da forze che allora erano all'opposizione, di andare in Parlamento a chiarire tutte le informazioni che erano in mio possesso». Incredibile. Conte che parlava di trasparenza. Senza mai rispondere dei suoi conflitti di interesse, però. E peccato che di quei "fondi" non parli più ora per scusarsi con quello che era stato il suo numero due al governo.
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Eppure Salvini fu moderatissimo di fronte alla provocazione di Conte: «Sulla Russia c'è un'indagine e ho piena fiducia nei magistrati. Sono andato in Russia per allacciare buoni rapporti, per aiutare gli imprenditori italiani». L'indagine sulla Lega si è chiusa, gli stessi pm ne hanno sollecitato l'archiviazione. Ma di Conte nessuna traccia. Come le tre scimmiette: non vede, non sente, non parla. Il potere perduto lo ha fatto impazzire. E si vede.
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