Messina Denaro, il vero Andrea Bonafede: "Lo conosco. E con i suoi soldi..."
C'è un secondo indagato nell'inchiesta della Procura di Palermo sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro: è il "vero" Andrea Bonafede, l'uomo che ha prestato il proprio nome al boss della mafia, latitante da 30 anni, per condurre una esistenza "normale" almeno negli ultimi mesi. Dopo l'iscrizione nel registro degli indagati del dottor Alfonso Tumbarello, il 70enne medico in famiglia in pensione che ha seguito la salute di Messina Denaro, in cura da tempo per un tumore al colon. E' stato Tumbarello a prescrivergli le visite alla clinica Maddalena di Palermo, dove il boss considerato l'ultimo erede di Totò Riina era stato operato per un tumore al colon e dove si era sottoposto ai cicli di chemioterapia. L'ultimo controllo, lunedì mattina, è stato fatale: lì sono scattati il blitz dei carabinieri e le manette al capomafia.
Sempre gli agenti del Ris martedì mattina hanno condotto la perquisizione nel covo di Messina Denaro-Bonafede, un appartamento a Campobello di Mazara, un paesino in provincia di Trapani a metà strada tra Mazara del Vallo e Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro. Una targa, fuori, indica "Famiglia Bonafede". "Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone - sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fabio Bottino -. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico".
Sono poi scattate le ricerche catastali: l'appartamento era intestato ad Andrea Bonafede. Il "vero" Bonafede ha già parlato con gli inquirenti: ha ammesso di conoscere Messina Denaro fin da ragazzo e di aver accettato di comprare la casa con i soldi datigli dallo stesso boss, che ha poi vissuto in quell'appartamento nell'ultimo anno. Come Tumbarello, è ora indagato per favoreggiamento. Bonafede è incensurato, ma sul conto della sua famiglia risulterebbe una antica frequentazioni con gli ambienti mafiosi locali.