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Carlo Nordio avverte le toghe: "Ispettori negli uffici"

 Carlo Nordio

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Carlo Nordio non intende fare retromarcia. L'obiettivo? Riformare la magistratura. Tra i vari problemi tutti italiani la lentezza dei processi. Quest'ultima, spiega senza mezzi termini il ministro della Giustizia, "ci costa fino al 2 per cento del Pil. Ci saranno ispezioni rigorosissime, vorremo che i vari ispettori andassero nei vari uffici a vedere perché, a parità di risorse, alcune cose funzionano e altre no". Nel seguito delle comunicazioni sulle linee programmatiche del suo Dicastero in commissione al Senato, il Guardasigilli annuncia che la "priorità" dell’azione del suo ministero sarà proprio "la riforma del processo civile". 

Ma non solo. Sotto alla lente di ingrandimento ci finisce anche il Codice degli appalti. "Sarà ora oggetto di discussione - premette -, ma secondo me una semplificazione delle normative, se fatta bene, non significa affatto né un regalo alla mafia né un’impunità verso qualsiasi forma di corruzione. Significa semplicemente cercare di individuare le competenze e semplificare le procedure". Una chiara frecciata a chi, come l'Anm, ha criticato le sue posizioni: "Io sono convinto - aggiunge - come diceva Tacito, ’Corruptissima re publica plurimae leges’: più si fanno leggi, più la Repubblica si corrompe e più la Repubblica si corrompe e più sforna leggi. Così la corruzione non si combatte affatto. Più leggi ci sono e più si confondono, si diffondono, le competenze e si complicano le procedure. Se una persona deve bussare a cento porte invocando cento leggi diverse è molto più facile che una di queste resti chiusa finchè non arriva un omino che dice che devi andare a ungerla".

Da qui la conclusione: "La proliferazione eccessiva verso la corruzione ha creato nuovi reati e ha inasprito le pene, eppure la corruzione continua a esserci. Bruxelles (con il Qatar gate, ndr.) insegna che la corruzione è abbastanza diffusa in modo orizzontale e verticale nel tempo e nello spazio". 

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