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Carlo Nordio manda in tilt tutta la sinistra: la mossa che nessuno ha notato

 Carlo Nordio

Paolo Ferrari
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La politica, come era facilmente prevedibile, si è divisa dopo le dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio di voler meglio «regolamentare» le intercettazioni telefoniche al fine di impedirne gli eccessi. Subito sulle barricate il Pd ed M5s che, spalleggiati dall'Associazione nazionale magistrati, hanno accusato senza tanti giri di parole il ministro di voler «mettere in ginocchio» l'attività investigativa. Nordio, per la cronaca, ha solo affermato l'esigenza non più rinviabile di mettere ordine in settore da tempo fuori controllo. L'Italia, infatti, è attualmente uno dei Paesi dove si spende di più per le intercettazioni telefoniche. Mediamente 200 milioni di euro l'anno. Secondo quanto riportato in una relazione del Copasir nella scorsa legislatura, ci sarebbero circa 110 mila utenze sotto controllo.

La Procura che effettua più intercettazioni è Napoli dove vengono ascoltati quasi 10mila telefoni ogni anno con un costo di oltre 12 milioni, il 60 percento del budget assegnato dal Ministero. Sempre a Napoli c'è il boom dei trojan, i virus spia che trasformano il cellulare in un microfono sempre acceso, i cui costi sono proibitivi: 245 euro al giorno per un Iphone, 175 per un Android. Pur davanti ad un quadro del genere, che spesso non traduce alcun risultato processuale, le opposizioni come detto sono salite sulle barricate. «Siamo preoccupati per l'impostazione data da Nordio. Nelle sue parole sono emerse tante contraddizioni che reputiamo divisive e che rischiano di fare della giustizia solo un terreno di scontro e di tornare indietro negli anni». Così Debora Serracchiani, presidente gruppo Pd alla Camera e Federico Gianassi capogruppo dem in Commissione giustizia a Montecitorio.

 

 

DEM SCATENATI - «Limitare o ridurre l'uso dell'intercettazioni significa mettere in ginocchio l'attività di indagini di magistrati e forze dell'ordine. La strada intrapresa da Nordio, è pericolosa e sbagliata», il commento della senatrice del Pd Enza Rando. Durissima la capogruppo grillina in Commissione giustizia alla Camera Valentina D'Orso: «Il messaggio che arriva è che i magistrati non dovran«Nelle parole di Nordio mi ci ritrovo perché da garantista ritrovo una prospettiva di riforma liberale della giustizia. Se così la voterei» Della Vedova, +Europa no più disturbare colletti bianchi, prenditori, manovratori. Si devono occupare solo di ladri di galline? Se non si devono fare intercettazioni con quali strumenti si intende contrastare le mafie?».

A fargli eco Federico Cafiero De Raho, deputato del M5s ed ex procuratore nazionale antimafia: «Nordio è perfettamente consapevole del fatto che le intercettazioni siano uno strumento fondamentale e che ridurre l'uso di questo strumento significa indebolire la lotta alla criminalità organizzata e alle mafie così come al sistema della corruzione e a qualunque altro reato complesso».

 

 

LE ECCEZIONI - Una voce fuori dal coro è stata quella del sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori: «Il garantismo è il fondamento dello Stato di diritto. Le proposte di Nordio, rafforzamento presunzione d'innocenza, separazione carriere tra pm e giudici, stop abuso carcerazione preventiva e intercettazioni, vanno sostenute. Stop al giustizialismo di destra e di sinistra». «Nelle parole di Nordio su intercettazioni, separazione delle carriere e ruolo dei pm mi ci ritrovo, perché da garantista ritrovo una prospettiva di riforma liberale della giustizia», ha dichiarato invece il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, secondo cui «se poi alla teoria seguisse la pratica e ci fosse un disegno di legge serio, ben fatto, garantista, che contenga anche una riforma delle intercettazioni volta a evitare che vengano date in pasto ai giornali, magari con persone che nemmeno c'entrano nulla con le indagini, e che vedono il loro nome sbattuto in prima pagina e la loro vita segnata, lo voterei».

Euforici, invece, i commenti da parte degli esponenti del centro destra. Uno fra tutti quello di Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia al Senato: «Il programma di Nordio è tutto ispirato a principi liberali e garantisti. Da applausi è stata la critica alle intercettazioni, alle degenerazioni della custodia cautelare ed al processo mediatico. Dopo la fase di oscurantismo giuridico dell'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, si apre davvero una stagione di speranza ispirata dai principi dell'articolo 27 della Costituzione». 

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