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Giulia Bongiorno su Carlo Nordio: "Giochini da campagna elettorale..."

Pietro Senaldi
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Capolista nei collegi senatoriali Lazio 1 e Sicilia 1 e candidata all'uninominale a Roma. L'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Salvini nel processo palermitano per sequestro di persona originato dallo stop agli sbarchi dalle navi ong imposto dal leader leghista quando era ministro dell'Interno, è uno dei pochi parlamentari del Carroccio che non proviene da una lunga militanza. Una scelta tecnica, mirata a riformare la giustizia, da sempre uno dei pallini del centrodestra.

 

 

 

Lei ha definito la riforma Cartabia «troppo blanda, la tinteggiatura di un edificio pericolante che andrebbe invece abbattuto e ricostruito»: se il centrodestra avrà i numeri, farà una riforma più sistemica e incisiva?
«Considerata l'eterogeneità della maggioranza di governo, il ministro Cartabia ha dovuto mediare tra sensibilità politiche molto diverse. Ecco perché gli interventi fatti fin qui non potevano che essere insufficienti, un punto di partenza e non certo di arrivo. Se il centrodestra sarà maggioranza, si dovrà agire su tre piani: lavorare per far funzionare i tribunali, che allo stato sono paralizzati; ridurre i tempi dei processi; e, contemporaneamente, ripensare ex novo il Csm. Quando affermo che la nostra giustizia è da demolire e ricostruire, mi riferisco alla necessità di eliminare le gravi distorsioni emerse in questi anni, per far sì che il Csm sia all'altezza delle sue funzioni».

In particolare, lei sostiene l'esigenza di cambiamenti della giustizia a livello costituzionale, nel ribilanciamento dei poteri, e a livello legislativo, per rendere più efficiente la giustizia: può nel dettaglio dire a quali provvedimenti pensa nel primo e nel secondo caso?
«La priorità è far funzionare i tribunali. È noto che i presidenti di alcuni tribunali hanno dovuto stabilire lunghissimi rinvii delle udienze per far fronte alla carenza di organico. Servono quindi nuove assunzioni di magistrati, personale informatico e cancellieri, altrimenti i fascicoli non transitano da un ufficio all'altro, i testimoni non vengono citati, le notifiche non partono. Sono cose noiose da raccontare, ma un rinvio è fonte di grandi sofferenze sia per le vittime dei reati sia per molti imputati, che vorrebbero chiudere le proprie vicende processuali. C'è una specie di triste rassegnazione alla durata infinita dei processi. Bisogna anche intervenire sul codice di procedura penale per assicurare celerità nella loro celebrazione, naturalmente senza limitare il diritto di difesa dell'imputato».

E per quanto riguarda interventi di politica giudiziaria?
«La vera sfida è riuscire a porre un freno alla degenerazione delle correnti della magistratura. Io credo nella giustizia, non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro che ho scelto, e proprio per questo reputo importante combattere il correntismo esasperato che incide anche sulla terzietà e imparzialità del giudice. Ribadisco che non vogliamo affatto, come sostengono alcuni avversari politici, attaccare la magistratura; vogliamo piuttosto smantellare le degenerazioni del correntismo. Non si tratta di riforme punitive, sono gli stessi magistrati autonomi a chiedere tutela rispetto al potere delle correnti. Il sorteggio temperato per accedere al Csm è una delle misure che può recidere il legame tra eletto e corrente».

Una delle sue riflessioni è che in Italia non si è mai potuta riformare la giustizia davvero perché, per accontentare tutti i partiti, e in particolare quello dei giudici, non si è mai potuto fare nulla di incisivo: non teme che, se farete qualcosa di incisivo, magistratura e sinistra scateneranno una guerra, mediatica ma non solo, per fermarvi?
«Se ci si lascia frenare dalla paura, allora non vale nemmeno la pena di sedere in parlamento. Certo, esistono dei rischi: nessuno di noi dimentica che, quando Salvini era ministro, è emersa la famosa chat di Luca Palamara in cui l'ex presidente dell'Anm rispondendo a un suo collega che difendeva Salvini dai continui attacchi sul tema immigrazione, replicava: "Hai ragione, ma ora bisogna attaccarlo". Se si fosse trattato di un politico sarebbe stato comprensibile, ma Palamara era un importante magistrato, membro del Csm, dominus di una corrente. Questo è un dato oggettivo che merita attenta riflessione».

 

 

 

Forse perché era un pm. Lei e l'altro grande giurista del centrodestra, Nordio, avete mostrato subito di avere idee diverse su immunità dei parlamentari, obbligatorietà dell'azione penale, carcere e aspetti della Cartabia: prevede un patteggiamento o un appello?
«Credo sia un tipico giochino da campagna elettorale, quello di farci apparire in contrasto. Ma la realtà è che siamo in sintonia su quasi tutto. Entrambi riteniamo indispensabile la riforma sulla separazione delle carriere, sosteniamo il sorteggio per il Csm e siamo favorevoli alla inappellabilità delle sentenze di assoluzione; su altri temi si troverà una sintesi. In tema di giustizia, i programmi di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia dimostrano che il centrodestra è compattissimo».

La difesa di Salvini dall'accusa di sequestro di persona per aver fermato le navi delle ong, nonché il fatto di essere siciliana, le hanno fatto conoscere da vicino il fenomeno dell'immigrazione clandestina: che idea si è fatta del problema e delle sue possibili soluzioni?

«Se di questa materia si parla per slogan, si finisce per non essere chiari. Innanzitutto, una distinzione: è naturale avere compassione per gli stranieri che cercano salvezza e speranza ed è doveroso non voltare loro le spalle. Al contempo, la soluzione del problema non può essere che l'Italia se ne faccia carico da sola. Il punto di equilibrio si può trovare coinvolgendo l'Europa e combattendo i trafficanti di esseri umani».

Cosa risponde a chi accusa Salvini di avere la mano troppo pesante con l'immigrazione clandestina?

«Credo che anche i nemici di Salvini non possano non riconoscere che i provvedimenti adottati, seppur duri, hanno diminuito drasticamente il numero dei decessi in mare. Prima di Salvini nessuno - in nome di un buonismo spicciolo - era riuscito a coinvolgere nella gestione del fenomeno migratorio l'intera Europa, che fino a quel momento lo aveva deliberatamente ignorato».

Da giurista, e parlamentare d'esperienza, cosa pensa delle accuse che la sinistra muove a questo centrodestra di essere l'anticamera di una "democratura" in stile Ungheria e Polonia?

«Sono accuse che nascono dal sistematico tentativo della sinistra di screditare gli avversari sulla base di illazioni del tutto sganciate dalla realtà. Questo tipo di attacchi è sintomatico di una mancanza di argomenti, però non credo abbia alcuna influenza sugli elettori».

Quanto la crisi economica, l'inflazione, le bollette, le sanzioni, mettono a rischio la tenuta sociale del Paese?

«Molto. Chi governerà dovrà subito lavorare alacremente per evitare che si precipiti in una crisi profonda». 

 

 

 

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