Giulia Bongiorno, "è già successo": giustizia, la frase sibillina sul rischio che corre Draghi
"Voteremo tutti gli emendamenti in linea con i referendum": Giulia Bongiorno, penalista e responsabile Giustizia della Lega, anticipa lo tsunami in aula al Senato. A Palazzo Madama, infatti, dovrebbe essere approvata giovedì la riforma della Giustizia. Una legge su cui il governo Draghi non può permettersi ritardi soprattutto per il punto relativo all'elezione del Csm. La consiliatura, infatti, scade quest'estate. E se si va fuori tempo massimo, le elezioni potrebbero essere rimandate. Proprio per questo la ministra della Giustizia Marta Cartabia avrebbe invitato i parlamentari a evitare lo scontro in aula e ritirare gli emendamenti. Cosa che, stando alle parole della Bongiorno, la Lega non avrebbe nessuna intenzione di fare.
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Molti punti della riforma in ballo, tra l'altro, ricalcano i quesiti dei referendum falliti domenica scorsa. Referendum su cui la penalista, così come tutto il Carroccio, contava molto. A tal proposito, sentita dal Corriere della Sera, la Bongiorno ha detto: "I quorum non raggiunto è un fallimento ascrivibile al silenzio e alla disinformazione che li hanno accompagnati. Ma in tutti e cinque i quesiti hanno vinto i sì. Questo conferma che dobbiamo andare avanti". Quando le viene chiesto se i leghisti voteranno anche gli emendamenti di FdI al Senato, lei risponde: "È già successo alla Camera. Voteremo sempre in coerenza con i referendum". La possibilità di far andare sotto il governo non sembra però essere contemplata: "Non so se esiste questo rischio. Per noi l’obiettivo era e resta una riforma della giustizia incisiva. Quella vera".
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Sulla riforma Cartabia, in particolare, la Bongiorno spiega: "È solo un restyling del sistema. Quella vera e propria non può che essere costituzionale e la faremo noi del centrodestra". L'avvocato, infatti, spera in un lavoro di cooperazione con gli alleati: "Personalmente credo che con Fratelli d’Italia e Forza Italia si possa realizzare quella rivoluzione della giustizia che non siamo riusciti a ottenere subito con i referendum".