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Vittorio Feltri: i magistrati sono asini anche a causa di certi prof, mancano le basi

 Vittorio Feltri

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Gli aspiranti magistrati che hanno partecipato all'ultimo concorso si sono in massima parte rivelati degli asini. Pensate che su 3797 partecipanti alla gara soltanto il 5,7 per cento è riuscito a superare la prova scritta. Una tragedia. I candidati bocciati hanno rivelato una impreparazione drammatica, nel loro elaborato hanno commesso errori da urlo sia di tipo concettuale sia grammaticale.

In pratica hanno dimostrato di essere, nonostante la laurea in giurisprudenza, degli analfabeti di ritorno e anche di andata. Questo giudizio definitivo non è nostro, per carità, bensì di Luca Poniz, pm milanese ed ex presidente dell'Anm. Il quale ha detto tra l'altro che la commissione non ha adottato criteri valutativi particolarmente severi. Il che significa che gli aspiranti ad indossare la toga sono prevalentemente degli imbecilli, con rispetto parlando.

 

 

Viene spontaneo chiedersi come sia possibile che ragazzi dotati di un alto titolo accademico siano incolti quali carrettieri. Evidentemente i licei italiani sono scaduti al punto da essere incapaci di insegnare agli allievi a scrivere e a ragionare correttamente. Tutto ciò è stupefacente e allarmante, in conclusione significa che coloro i quali aspirano ad avere un trono nell'ordine giudiziario sono già cretini ancor prima di sedervisi, poi ci stupiamo che i nostri pubblici ministeri nonché i giudici emettano delle sentenze che gridano vendetta al cospetto di Dio.

Gente innocente che va in galera e ci rimane anni. Processi che durano anni e anni, insomma un casino infernale. Ovvio che sia stato chiesto un referendum allo scopo di raddrizzare la baracca, ma visti i risultati del concorso in questione, forse bisognerebbe indire un plebiscito anche per ridare alle nostre scuole la dignità perduta in questi ultimi annidi sfascio. Se i magistrati non sanno scrivere correttamente, la colpa sarà dei professori che non hanno insegnato loro le basi della nostra lingua.

 

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