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Grillini e sinistra, l'Armata Brancaleone che combatte per non riformare la giustizia
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Non sono tecniche e nemmeno politiche le ragioni dello schieramento antireferendario, rappresentato dalla sinistra consorziata con il cascame del più sgangherato e pericoloso esperimento di occupazione del potere da che esiste la Repubblica, cioè a dire il Movimento 5 Stelle, un tumore civile generato dai vaneggiamenti diarchici del comico omicida e del capo degli schedatori della Casaleggio Associati e andato in metastasi grazie all'accreditamento dell'informazione che opponeva l'onestà del vaffanculo alle inconcludenze della politica corrotta.
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Incurante della propria impresentabilità, questo complesso sostanzialmente reazionario si esercita nel primo test dell'affascinante avventura mettendosi al servizio della magistratura militante non perché sappia enumerare qualche ragione specificamente tecnica o anche solo generalmente politica per cui i referendum sulla giustizia non dovrebbero passare: ma solo perché tra il diritto dei cittadini di determinare con atto proprio un cambiamento quale che sia e la pretesa dell'ordinamento togato di rendersi impermeabile a qualsiasi cambiamento, il fronte antireferendario sceglie questa pretesa, avallandola, e non quel diritto, che infatti abbandona al sacrificio.
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Non c'è neppure, da parte antireferendaria, un richiamo popolare alle ragioni del voto contrario; non c'è nemmeno il tentativo di convincere il proprio bacino simpatizzante a farsi un giudizio negativo sui quesiti. C'è una campagna per procura, in rappresentanza pregiudiziale del potere messo a rischio, vale a dire il potere giudiziario che reclama e vuole imporre il diritto di perpetuarsi senza la fastidiosa interferenza del controllo democrati co. Fa un bruttissimo effetto. È come vedere il patto elettorale coi mandarini: o con i colonnelli.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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