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Attilio Fontana assolto? Alessandro Sallusti: il sì al referendum ora ha un motivo in più

Alessandro Sallusti
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Tra un mese si vota per il referendum sulla giustizia ma ancora troppi italiani sull'argomento sembrano distratti, la materia non sembra interessarli più di tanto. Eppure praticamente ogni giorno la cronaca offre spunti che dovrebbero scuotere l'opinione pubblica e fare a dire a ognuno di noi: parteciperò al referendum perché voglio vivere in un paese civile non inquinato da magistrati che con violenza ed arroganza provano a deviare il corso della democrazia, magistrati che in combutta con la sinistra, i grillini e non pochi mezzi di informazione formano un sistema dai risvolti delinquenziali.

 

Questa cricca ha provato anche a disarcionare Attilio Fontana- un avvocato galantuomo prestato alla politica via Lega - da governatore della Lombardia accusandolo di aver provato a piazzare, tramite la Regione, camici per infermieri prodotti dal cognato nei giorni caldi dell'emergenza Covid. Ecco, dopo aver subìto quintalate di fango per quasi due anni al punto da mettere in forse la sua ricandidatura alle elezioni del prossimo anno, ieri Fontana ha rivisto la luce: un giudice ha disposto per lui il non rinvio a giudizio "perché il fatto non sussiste". Quelle accuse erano una bufala veicolata da Corriere e da La Repubblica e montata dalla banda Bassotti del Fatto Quotidiano che aveva ovviamente trovato facile sponda dentro la Procura di Milano roccaforte della sinistra giudiziaria. Insomma una porcata, come a noi era apparso chiaro fin da subito non per conoscenza degli atti ma dell'uomo.

Fateci caso, quelli che hanno provato, questa volta fallendo, a fare cadere la Regione Lombardia a guida Centrodestra orchestrando una campagna mediatica falsa (e pure vigliacca perché costruita in piena emergenza sanitaria con centinaia di morti al giorno) sono gli stessi che si oppongono al referendum che se approvato farebbe un po' di pulizia in quel mondo fetido: il Pd, i Cinque Stelle, il Fatto Quotidiano, oltre ovviamente ai vertici della magistratura che da trent' anni fa politica invece di amministrare la giustizia. Mi sembra chiaro che non votare ai referendum del 12 giugno equivale a rendersi complici di questa gentaglia senza etica politica né onore personale. Non mischiamoci, noi non siamo quella cosa lì, come Attilio Fontana non era e mai sarà quella cosa là. 

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