Cerca
Cerca
+

Pisapia: "A giudicare i magistrati siano prof e avvocati"

 Giuliano Pisapia

Un organismo super parte per giudicare le toghe, le porte girevoli, il garantismo e le rivoluzioni del ministra Cartabia: il pensiero lucente dell 'ex sindaco garantista come non mai

  • a
  • a
  • a

Giuliano Pisapia –per indole, tradizione e coerenza familiare- è un garantista invincibile. L’ex sindaco di Milano oggi europarlamentare, avvocato nel Dna, annuncia con gentilezza che voterà i referendum sulla Giustizia (nella speranza che siano anticipati dalla riforma); e, con altrettanto garbo, spalma di napalm la garbatissima categoria dei magistrati.

Avvocato Pisapia, se i referendum sono un faro, la sua idea sul giudizio dell’operato delle toghe –oggi spetta solo al Csm- mi pare un’aurora boreale dirompente. Qual è, di preciso, la sua idea?

“Guardi, oggi sono i magistrati che giudicano i magistrati dal punto di vista sull’avanzamento della carriera e sulle sanzioni disciplinari. E’ arrivato il momento di  istituire un’Alta Corte di Giustizia, un organismo autonomo e indipendente, composto non solo da giudici ma anche da avvocati e professori universitari. Sarebbe una garanzia sia per la magistratura che per i cittadini; snelliremmo il lavoro del Csm che manterrebbe tutte le altre sue funzioni”

Quest’idea rivoluzionaria l’ho sentita sussurrare anche dalla bocca della ministra Cartabia. Anche perché a fronte del 90% di magistrati giudicati senza macchia ci sono 1000 errori giudiziari l’anno. Bell’idea. Ma davvero i magistrati la lasceranno passare?

“Non capisco i timori e le resistenze della magistratura di cui non si lederebbe affatto l’autonomia; anzi, si porrebbe fine allo strapotere delle correnti. Non ci può essere un organismo dove i controllori sono a loro volta i controllati. Questo dovrebbe valere per tutti, avvocati e giornalisti compresi. Per questo sono favorevole all’entrata degli avvocati nei consigli giudiziari a giudicare i magistrati è necessaria, ma deve essere reciproca: anche i magistrati entrino nei nostri organismi. La conditio è che i ruoli siano ricoperti da figure affidabili e di grande esperienza. Per questo sono contrario al sorteggio dei membri del Csm. Preferisco i più bravi ai più “fortunati” estratti a sorte”

Dei referendum sulla Giustizia è stato completamente cassato quello sulla responsabilità civile delle toghe, già passato nell’87 sulla scia del caso Tortora. Non è stata soppressa la volontà popolare?

“Siamo all’assurdo. I medici e tutte le altre professioni sono responsabili anche economicamente nell’esercizio della loro funzione così devono esserlo i magistrati, in caso di dolo o colpa grave. Certo, il filtro dello Stato è necessario; anche perché solo così si preserva la serenità di giudizio delle toghe. Ma una modifica legislativa è necessaria. La legge attuale prevede che lo Stato risarcisca il cittadino e a sua volta lo Stato dovrebbe essere risarcito dal magistrato che è stato riconosciuto colpevole, ma il ristoro non avviene quasi mai. E questo è ingiusto. Ora si prevede la possibilità di rivalsa sul magistrato colpevole, cosa che avviene molto raramente; secondo me bisognerebbe prevedere sempre la rivalsa, salvo casi eccezionali da specificare nella norma legislativa”

C’è un’altra questione che terrà banco nei prossimi mesi: le “porte girevoli” tra politica e magistratura. Immagino lei sia d’accordo col vietarle.

“Si parte dal principio sacrosanto che in linea generale i magistrati eletti in istituzioni politiche non possano rientrare in magistratura. Ci sono due situazioni diverse. In un caso chi ha ricoperto un ruolo politico, eletto o chiamato, non può più tornare in magistratura; diversa è la situazione che chi si è candidato e non è stato eletto. In questo caso l’importante è che non torni in magistratura nei luoghi ove si è candidato”

E sta bene, però lei mi tiene fuori la folla sterminata dei magistrati “fuori ruolo” nel gangli della pubblica amministrazione spinti dalla politica; e poi rientrano in magistratura come nulla fosse…

“Tenga conto che in alcuni casi è la stessa legge a prevedere che in quel ruolo ci siano magistrati. Forse è il caso di riflettere in modo da prevedere che in quei ruoli possano esserci anche professori universitari e avvocati con oltre trent’anni di professione. In questo caso, i magistrati fuori ruolo che vogliono tornare in funzione dovrebbero avere un periodo di decantazione –magari di tre anni-  in ruoli non operativi quali ad esempio gli uffici studi della Cassazione o della Consulta”

Ecco questa è una proposta assai interessante. Magistrati operativi che aiutino l’evoluzione culturale del Paese lontani per un po’ dai tribunali. L’ha detto alla Cartabia?

“Lo dico qui. Tra l’altro la riforma Cartabia è utile, urgentissima ed efficacissima, dato che inciderà molto positivamente sul processo civile, su quello penale, e anche sul Csm. Chi la bloccherà dovrà assumersi una grossa responsabilità”

E’ d’accordo sull’abrogazione della legge Severino e sulla custodia cautelare (sempre nei referendum)?

“La Severino è condivisibile nella parte che prevede la decadenza di sindaci o amministratori condannati solo in primo grado, perché contrasta con la presunzione di innocenza. E il problema della custodia cautelare è che spesso se ne fa un uso strumentale. Spero che i referendum facciano cambiare rotta ai magistrati nell’applicazione della norma, sennò si dovrà modificare la legge. Fermo restando che i cittadini non disertino i referendum perché troppo tecnici…”.

 

Dai blog