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PiazzaPulita, Nino Di Matteo: "Voglia di rivalsa contro la giustizia", la teoria sugli applausi a Mattarella

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"L'intensità e il grado di ostentazione degli applausi ripetuti, proprio quando il presidente Mattarella ha fatto riferimento alla questione giustizia, mi hanno impressionato, ma non sorpreso": Nino Di Matteo, magistrato e presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati di Palermo, ha espresso questo suo pensiero nello studio di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7. Il riferimento è al discorso di insediamento di Sergio Mattarella che, davanti al Parlamento in seduta comune, ha parlato della impellente necessità di riformare la giustizia. 

 

 

 

"Al di là delle intenzioni del presidente, che erano altre, questi riferimenti nel suo discorso di insediamento hanno scatenato quella che è una voglia diffusa di rivalsa della politica nei confronti della magistratura - ha notato Di Matteo -.  Ed è una voglia di rivalsa che, a mio avviso, si sta anche concretamente manifestando, da una parte con alcune iniziative referendarie, assolutamente legittime nel metodo ma non condivisibili nel merito, dall'altra parte - lo dico con amarezza - anche in alcune riforme che già sono state approvate, come la prima riforma Cartabia". Il magistrato ha detto di avere non poche perplessità sui provvedimenti di cui si è parlato di recente: "Tutti parlano di riforme, tutti si riempiono la bocca di questa tematica, come se si stessero affrontando riforme epocali. In realtà, non si affronta il nodo principale, che è quello della lentezza e della lunghezza dei processi". 

 

 

 

"La riforma della prescrizione non affronta questo tema?", gli ha chiesto allora Formigli. Ma Di Matteo ha risposto: "Io ritengo che l'improcedibilità in appello o in Cassazione dei giudizi e dei processi che durino più di 2 anni o 1 anno sia non solo inutile, ma anche dannosa. Quella riforma ha introdotto pure un grave vulnus del principio della separazione dei poteri, nel momento in cui prevede che annualmente il Parlamento debba individuare i criteri generali di priorità dell'esercizio dell'azione penale da parte delle Procure". Bocciatura totale, insomma.

 

 

 

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