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Eutanasia, referendum respinto. La Corte Costituzionale: "Che conseguenze avrebbe avuto"

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Inammissibile il referendum sull'eutanasia. La Corte Costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull'ammissibilità del solo quesito sulla "Abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)". In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. "Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia", è stato il commento a caldo di Matteo Salvini, leader della Lega che ha raccolto le firme per gli altri sei quesiti sulla Giustizia su cui la Consulta dovrà decidere per l'ammissibilità nelle prossime ore. 

"Auspico che la Corte Costituzionale ammetta il referendum sull'eutanasia perché è l'unico modo per convincere il Parlamento ad approvare la legge sulla morte volontaria assistita", spiegava Giorgio Trizzino, deputato del Misto, prima della sentenza della Consulta Secondo Trizzino, l'eutanasia sarebbe "un modo per restituire ad ogni malato, affetto da patologie irreversibili o in situazioni cliniche gravi e non più suscettibili di trattamento, la libertà di di decidere quando morire. La vita è vita quando può essere vissuta. Il Parlamento non può sottrarsi alla responsabilità di decidere". 


La Consulta dovrà deliberare anche sui referendum sulla Giustizia proposti da Lega e Radicali. La sentenza è attesa per mercoledì mattina. "Abbiamo appena finito di sostenere qui in Corte Costituzionale, insieme ai professori Mario Bertolissi e Giovanni Guzzetta, che hanno assunto l'incarico di difendere i nostri quesiti referendari, le nostre ragioni rispetto all'ammissibilità dei sei quesiti referendari in materia di giustizia. E a fine giornata ci portiamo via il ruolo delle cause presentato alla Consulta, con la firma dei due professori Bertolissi e Guzzetta, che ringrazio per la loro professionalità e per la disponibilità dimostrata verso la nostra causa, con la mia firma e soprattutto con la firma di Matteo Salvini, che ha ideato e voluto questo progetto di cambiamento attraverso il referendum, un progetto sostenuto anche dagli amici del Partito Radicale". Cosi', su Facebook, il vice presidente leghista del Senato Roberto Calderoli parla dei sei quesiti referendari. "Salvini ha avuto il merito di concretizzarlo questo progetto, prima con i voti nei consigli regionali e poi con il deposito dei sei quesiti in Corte di Cassazione, fino ad arrivare oggi qui alla Consulta, per questo ultimo passaggio - prosegue -. Ora attendiamo fiduciosi questo pronunciamento, ma intanto io sento già nell'aria quel vento di cambiamento vero che può arrivare solo dando voce al popolo con il voto".
 

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