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Alessandro Sallusti e la riforma della giustizia: "Il Parlamento finirà per smontarla"

Alessandro Sallusti
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Non ci si prenda in giro, quella della giustizia approvata ieri dal consiglio dei ministri non è una riforma ma un annuncio di riforma. Mario Draghi non se l'è infatti sentitita di presentarla con la clausola della fiducia per cui il testo, bello o brutto che sia, finirà nel tritacarne del parlamento e ne uscirà chissà quando e chissà come, quasi inutile quindi commentare un decreto scritto sulla sabbia con le onde e i venti già in arrivo. Chi come noi si era illuso che Mario Draghi riuscisse là dove tutti i suoi predecessori avevano fallito deve oggi ricredersi, la casta dei magistrati e i loro padrini politici - il famoso "sistema" svelato da Luca Palamara - esiste e resiste anche nell'era del draghismo e scommetto saprà sventare anche quest' ultimo tentativo riformatore.

 

Di tutto questo non ne faccio una colpa al premier, come si fa ad andare contro i privilegi, le impunità e le storture di pm e giudici se nella tua maggioranza ci sono i due partiti - il Pd e i Cinque Stelle - che hanno costruito le loro fortune sul fatto che i loro amici magistrati hanno aggredito e abbattuto, chi più chi meno, i loro avversari politici - da Berlusconi a Renzi passando per Salvini - con una violenza inaudita e in spregio alle basilari norme di correttezza e lealtà? Non ho prove, ovviamente, ma conoscendo le consuetudini del dietro le quinte della politica, escludo che il presidente Mattarella, anche nella sua qualità di presidente del Csm, non sia stato informato preventivamente e abbia avallato la decisione di non porre la fiducia che poi era l'unico modo per blindare la legge.

 

 

E dire che sono passate poche ore dal vibrante appello a fare presto a mettere fine allo scempio della magistratura che il Capo dello Stato, tra scroscianti applausi di deputati e senatori, ha fatto nel giorno del suo insediamento bis. "Passata la festa gabbato lo santo", verrebbe da dire con amarezza per la dignità del Presidente, gabbato da una classe politica che di dignità ne ha davvero poca e sui temi della giustizia, non da oggi, praticamente zero. Vorrei essere smentito dai fatti, vedere il parlamento approvare in tempi record e senza ulteriori compromessi al ribasso il decreto giustizia. Ma non ci scommetterei neppure un centesimo. 

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