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Matteo Renzi replica all'Anm: "Basta buonismo. Se la molestia sessuale la fa un magistrato..."

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Botte da orbi tra Matteo Renzi e le toghe. I magistrati fiorentini hanno chiesto il rinvio a giudizio per il leader di Italia Viva (e altri vertici del partito e non solo, tra cui Maria Elena Boschi e l'ex Luca Lotti) per i presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione Open. L'ex premier ha replicato rivolgendo accuse durissime, compresa quella di un fascicolo per molestie sessuali che aveva coinvolto il pm che ha condotto l'accusa, e dicendosi soddisfatto perché finalmente il processo si potrà svolgere in aula e non sui media, sottolineando le ripetute fughe di notizie dalla Procura. 

A scendere in campo, dopo poche ore, è l'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, secondo cui le parole di Renzi "travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico". Secondo l'Anm, i pm "hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo". "I pubblici ministeri - aggiunge la nota - sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende, peraltro oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare, che nulla hanno a che fare con il merito dei fatti che gli sono contestati". Comportamenti, come quelli di Renzi, vengono definiti "inaccettabili, specie quando tenuti da chi riveste importanti incarichi istituzionali, offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, concorrendo ad appannarne ingiustamente l'immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese".

La contro-replica di Renzi non si è fatta attendere. "Io sono innocente e spero che siano innocenti anche i giudici. E per verificarlo ci siamo rivolti ai giudici perché io mi fido dei giudici, non di tutti. Questa battaglia è giuridica, non è fallo di reazione. Il primo modo di reagire è quello  berlusconiano, urlare allo scandalo, ma neanche fare il buonista, il tempo è galantuomo. Ora ho cambiato idea, perché tutti sanno che finirà tutto nel nulla". "L'appannamento della funzione del magistrato - prosegue in un suo intervento a Radio Leopolda - non dipende da quello che dice Renzi ma da quello che fa un magistrato. Se fa un atto sessuale il Csm ti dà due mesi in meno di anzianità, se lo fa un cittadino si prende anni di galera". I pm "sono cascati male, se c'è uno che non si tira indietro sono io. Basta buonismo, ora reagisco". Quindi una annotazione personale: "A Conte e a Grillo, i Pm di Milano e Roma non hanno tolto i cellulari, hanno utilizzato uno stile diverso da quelli di Firenze. Uno di loro si occupa a tempo pieno della famiglia Renzi: prima che diventassi premier eravamo una famiglia rispettabile, ora sembriamo una associazione di gangster".

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