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Giuseppe Conte cacciato dalle toghe, il dubbio di Vittorio Feltri: è giusto che i magistrati scelgano i leader?

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Vittorio Feltri
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La notizia è che Conte è stato decapitato da una sentenza della magistratura, non è più lui il leader del Movimento Cinque Stelle. I giudici hanno ravvisato delle scorrettezze nella gestione dei grillini. Personalmente non ho capito dove fossero gli errori commessi da questo partito, ma non è questa la questione. I gruppi politici infatti sono enti privati che procedono autonomamente. È vero che al loro interno vigono delle regole da rispettare, ma resta il fatto che, come ogni club, anche le forze politiche non sono soggette alle leggi dello Stato che disciplinano le aziende. Pertanto a nostro avviso l'accantonamento dell'avvocato di Foggia, benché non ci vada a genio, ci sembra arbitrario. Secondo noi è l'assemblea degli iscritti a decidere chi comanda, non certo le toghe, le quali non riescono a organizzarsi tra loro in modo decente, figuriamoci se sono in grado di mettere il becco negli affari riguardanti la vita di deputati e senatori.

 

 

Pensino ai loro gravi problemi relativi al funzionamento della giustizia invece di badare alle beghe dei pentastellati. Lascino che la banda di Grillo si occupi dei propri guai casarecci e trovi la soluzione migliore, se poi non sarà capace di darsi una sistemata, pazienza, saranno affari suoi. Se i partiti non rubano e non commettono reati non è il caso di perseguirli per faccende strettamente di loro pertinenza. La cacciata di Conte ha il sapore aspro di una epurazione in uso in altri tempi, è inaccettabile in un regime che nonostante i noti difetti è ancora democratico. Ma non è un delitto. Tutti noi siamo consapevoli che la giustizia italiana fa acqua da ogni parte, e non si mette in riga, pertanto ci auguriamo che la smetta di giudicare il comportamento dei rappresentanti del popolo per quanto poco affidabili.

 

 

Semmai si impegni a migliorare se stessa, che è brava solo a creare disastri, come si evince dai libri denuncia di Sallusti e Palamara, specchi di una realtà disgustosa. Stando anche ai sondaggi più recenti, la magistratura non gode più della fiducia del popolo. Essa si renda conto e si dia da fare per migliorare la propria reputazione. Intanto le chiediamo di lasciar perdere i grillini che hanno tante grane per i fatti loro e non hanno bisogno di sgambetti giudiziari. Sono moribondi, se ci si mettono anche le toghe a complicare la loro vita, la nostra democrazia, già abbastanza contusa, andrà in malora. Una annotazione finale di sapore umoristico. Io la sera quando rientro a casa do sempre una occhiata sotto il mio letto per accertarmi che non ci si nasconda un pm. Ormai le nostre esistenze sono turbate dall'invasione degli uomini presuntuosi della Giustizia.

 

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