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Greta Gila, la modella sbattuta in carcere per droga? Innocente, vita rovinata: il caso a Civitavecchia

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Tre mesi di carcere per spaccio di droga hanno letteralmente distrutto la vita di Greta Gila, modella ungherese e anche partecipante a miss Universo in Cina nel 2018. Il tempo trascorso in una cella di Civitavecchia l'ha profondamente segnata, soprattutto perché la 24enne non aveva nulla a che fare con l'accusa che le veniva contestata. I giudici, però, se ne sono accorti troppo tardi. 

 

 

 

I fatti - come racconta il Messaggero - risalgono al 22 marzo di tre anni fa, quando la 24enne viene risucchiata dal sistema penitenziario senza capire il motivo. Solo dopo dieci mesi le arriva un pezzo di carta con cui i giudici le comunicano come inquirenti e investigatori si siano semplicemente sbagliati. Lei, quindi, non è una spacciatrice e la droga trovata non è la sua, come invece avevano sostenuto all'inizio. Quando viene fermata, Greta si trova in Italia, ma è di passaggio. La sua destinazione è Tokyo, dove è attesa per un servizio fotografico. All'aeroporto di Fiumicino, però, fermano una sua conoscente, che ha con sé della cocaina e rivela che la destinataria sia proprio Greta. 

 

 

 

La ragazza, che in quel momento si trovava in hotel, viene raggiunta dalle forze dell'ordine e arrestata. Viene messa dietro le sbarre per ben 74 giorni. Poi viene liberata, ma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, visto che su di lei pendeva ancora l'indagine per spaccio internazionale. Nel frattempo il suo servizio fotografico viene annullato e lei perde ogni credibilità a livello professionale. Solo a dicembre il giudice archivia l'indagine su richiesta della procura. Prima di scappare dall'Italia, la modella ha chiesto al suo avvocato di assisterla nella richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione: allo Stato italiano chiede 100mila euro. La corte d'Appello di Roma deciderà il 22 febbraio.

 

 

 

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