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Robinho condannato per stupro, come campa oggi l'ex star del Milan. "Sparito: nella sua villa...", inquietante

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Robinho, condannato per stupro, se vuole scampare al carcere non deve tornare in Italia e deve sperare che il Brasile continui a negare l'estradizione. Su di lui pende una condanna definitiva a 9 anni da parte della giustizia italiana. L'attaccante, ex Milan, avrebbe abusato sessualmente di una ragazza di origini albanesi assieme ad altre cinque persone. Le violenze avvennero nel guardaroba di un locale a Milano. Completati i tre gradi di giudizio, la Procura di Milano si appresta ora a chiedere l'estradizione per il giocatore. Di lui, scrive il Corriere della Sera, ora si sa pochissimo. "Persino Pato, che oltre ad essere suo connazionale ha vinto con lui uno scudetto nel 2011, chiede in giro novità sull'ex compagno".

 

Gli sponsor, i compagni e anche gli amici gli hanno hanno voltato le spalle. Vive rinchiuso nella villa sul mare di Guarujá, nello Stato di San Paolo, dove ha una piscina col suo nome sul fondo e un muro zeppo di magliette che ripercorrono la carriera. "La sua vita è cambiata, racconta chi gli sta vicino in Brasile: basta eccessi e una vita quasi normale, a fianco della moglie Vivian Guglielmetti, che conobbe da ragazzino", rivela il Corriere. "L'unico errore è stato tradire lei", ha confessato il giocatore, riferendosi all'episodio del 2013. Già nel 2009, quando giocava in Inghilterra del Manchester City, era stato accusato di violenza sessuale per un presunto stupro in una discoteca di Leeds ai danni di una studentessa. In seguito all'arresto fu però prosciolto.

 

 

Robinho si è sposato nel 2009, ha tre figli: Robson di 14 anni, Gianluca di 10 e Giulia di 6. Il tema della condizione della donna è molto attuale in Brasile, dove nel 2020 si è registrato uno stupro ogni 11 minuti. Robinho sembrava un predestinato nel calcio e in fondo lo è stato, ma gli è mancato il passo finale per diventare una superstar. Dopo ogni gol festeggiava con il pollice e il mignolo. Erano i tempi in cui di lui Pelé diceva: "La prima volta in cui l'ho visto toccare la palla ho quasi pianto, il suo dribbling è devastante. Ricorda me quando avevo la sua età".

 

 

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