Roberto Speranza, cure domiciliari: "Nessun annullamento. Il ministro rischia grosso, dimissioni subito"
Il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar che bocciava il protocollo Speranza lasciando sgomenti i medici del Comitato per le cure domiciliari: "È successo un bel casino", commenta Erich Grimaldi, l’avvocato che insieme alla collega Valentina Piraino ha portato avanti il ricorso contro l’approccio “paracetamolo e vigile attesa”. In una intervista a Il Giornale precisa che il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini "ha scelto di sospendere l’efficacia della sentenza, rimandando tutto all’udienza del 3 febbraio" ma non ha annullato il "provvedimento del Tar. È solo un decreto cautelare”.
"Quando ci sono delle linee guida o raccomandazioni, il medico tende a seguirle. Ne è condizionato. E questo perché adeguarsi alle prescrizioni ufficiali lo svincola da eventuali responsabilità penali” spiega l'avvocato. Ma se in emergenza Covid il medico "sa che il paziente potrà degenerare, di fronte a linee guida è condizionato dal non fare una scelta diversa: se non segue quelle indicazioni, rischia di risponderne penalmente in caso si morte del paziente”. Insomma, "se il ministero si fosse limitato a indicare quali farmaci possono essere utili contro il Covid, ok. Ma se invece - come accaduto - al medico viene detto di aspettare che il paziente sviluppi febbre sopra i 38 e una saturazione non inferiore a 90, di prescrivere paracetamolo o fans, e di non usare cortisone, eparina, antibiotico… beh: di fatto si sta indicando al medico cosa fare. Quindi lui, per non rischiare, applica queste raccomandazioni".
Ora l'obiettivo è "non solo dimostrare la macroscopica irragionevolezza e l’illogicità delle indicazioni terapeutiche della 'vigile attesa''", ma anche "far capire che l’intervento contro la malattia deve essere precoce: il trattamento della Covid va fatto senza attendere che i pazienti mostrino febbre”. Speranza, conclude Grimaldi, "dovrebbe dimettersi. La sua gestione dell'emergenza, sia col governo Conte che con quello Draghi, è stata fallimentare: se non avessero dimenticato la medicina territoriale, e non avessero emesso quella circolare, forse oggi non avremmo 140mila morti".