Massimo Ferrero in carcere, "spregiudicato e scaltro". Accusa sconcertante sul "furto d'auto"
Massimo Ferrero è accusato i bancarotta fraudolenta e del fallimento di quattro società che avevano sede nel cosentino. In totale sono 38 i capi d’imputazione: “er Viperetta” è stato arrestato e condotto in carcere, ma l’inchiesta riguarda anche la figlia Vanessa e il nipote Giorgio, che sono finiti ai domiciliari insieme ad altre tre persone che erano amministratori e consiglieri delle società facenti capo al gruppo Ferrero.
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Il gip di Paola, Rosamaria Mesiti, ha descritto Ferrero come “un deus ex machina il cui disegno criminale era l’ambizione di soddisfare le sue esigenze personali dando al patrimonio una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni sociali, con conseguente danno per l’Erario e i creditori sociali”. L’ordinanza che ha portato all’arresto di Ferrero è composta da ben 105 pagine, all’interno delle quali l’ormai ex presidente della Sampdoria viene descritto come “spregiudicato, pervicace e scaltro”.
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C’è un episodio in particolare che descriverebbe bene il modus operandi di Ferrero, e risale al 23 dicembre 2013. “Er Viperetta” avrebbe cercato di far sparire i libri contabili riguardanti il fallimento della società Ellemme: aveva convinto il liquidatore a denunciare il furto di un’auto, all’interno della quale c’era un borsa con registri Iva, libro inventari, verbali di assemblea e del Consiglio di Amministrazione della Ellemme.