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Ciro Grillo, "conferme anche dal procuratore": cosa non torna nell'inchiesta, ombre in magistratura

 Ciro Grillo

Paolo Ferrari
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Gli uffici giudiziari di Tempio Pausania non devono essere una grande priorità per il Consiglio superiore della magistratura, l'organo di autogoverno delle toghe che si occupa delle loro promozioni e dei loro trasferimenti. Le premure e le attenzioni del Csm sono rivolte, probabilmente, ad uffici giudiziari più importanti, come la Procura di Roma, la cui nomina del procuratore si trascina da oltre due anni fra interminabili ricorsi e controricorsi. Essendo tutte le energie concentrate altrove, il destino di un piccolo tribunale del nord della Sardegna è finito in secondo piano, con le inevitabili conseguenze. La Procura che ha svolto le indagini per violenza sessuale nei confronti di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, ad esempio, presenta attualmente una carenza di organico del 33 per cento, fra le più elevate d'Italia. E sono solo sei gli anni di servizio complessivi dei quattro pm che vi esercitano le funzioni. A vigilare su questi magistrati alle prime armi vi è il procuratore Gregorio Capasso che, a settembre del 2018, era addirittura rimasto con un solo pm.

 

 

 

Capasso, il cui nome compare nelle famose chat di Luca Palamara, aveva chiesto a quest'ultimo «una applicazione extradistrettuale e una pubblicazione straordinaria dei posti vacanti» per poter mandare avanti la disastrata baracca. La segnalazione, però, non andò in porto. I pm di Tempio Pausania, appena maturano il periodo minimo di permanenza (tre anni), fanno domanda e scappano a gambe levate. Sarebbe interessante capire il motivo. Emblematico al riguardo il caso della pm Laura Andrea Bassani, che ha condotto proprio le indagini su Grillo junior e i suoi amici. La magistrata, lo scorso aprile, prima ancora di aver terminato la seconda fase delle indagini, aveva presentato domanda di trasferimento per la Procura dei minori di Sassari. Essendo l'unica aspirante, il Csm aveva votato all'unanimità il suo trasferimento, e ai primi di agosto la pm era già nella nuova sede, lasciando Capasso nel panico. Il procuratore, appreso del trasferimento della sua sostituta, aveva dichiarato di aver richiesto formalmente il "posticipato possesso" della magistrata presso il nuovo ufficio di Sassari, «in modo da consentire alla collega di definire almeno una parte del carico di procedimenti a lei assegnato e di provare a chiudere i processi più importanti da lei seguiti». Il grido di dolore di Capasso si era però scontrato con quello della capa della Procura dei Minori di Sassari, Luisella Fenu, che spingeva per l'immediato arrivo della pm. Trattandosi di due istanze "contrapposte", si erano annullate a vicenda.

 

 

 

Per restare in tema di ruoli scoperti, da circa un anno è vacante il posto di procuratore generale di Cagliari. Si tratta di una nomina importante, in quanto il pg potrebbe disporre l'applicazione della Bassani a Tempio Pausania, per non lasciare da solo Capasso nei giorni delle udienze del processo a Grillo junior e ai suoi tre amici. In una Procura abbandonata dal Csm e dal ministero della Giustizia è dunque piombata l'indagine sul figlio del fondatore del partito di maggioranza relativa. Indagine interminabile. La denuncia ai carabinieri da parte della ragazza venne presentata il 26 luglio del 2019, una decina di giorni dopo la presunta violenza subìta. I telefonini dei quattro furono sequestrati il mese successivo, il loro primo interrogatorio avvenne il 5 settembre 2019, a ridosso della formazione del governo Conte 2. La perizia sui telefonini venne depositata alla fine gennaio 2020. Poi più nulla per mesi. Le indagini vennero chiuse a novembre dell'anno scorso, per essere riaperte e quindi richiuse a maggio di quest'anno. Il dibattimento, che inizierà il prossimo 16 marzo, si preannuncia molto complicato. Grillo junior e i suoi amici rischiano almeno dodici anni di carcere e si giocheranno il tutto per tutto in udienza. Beppe Grillo è già partito lancia in resta con una super perizia per dimostrare l'inattendibilità della ragazza. La linea difensiva è che si sia trattato di un rapporto "consenziente". 

 

 

 

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