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Vittorio Feltri travolge la giustizia italiana: "Il pm assolve un islamico: può maltrattare la moglie. Non c'è limite al peggio"

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Vittorio Feltri
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La giustizia italiana a volte fa ridere a volte invece fa incavolare. In questo caso provoca disgusto. Infatti quello che è successo al Tribunale di Perugia è qualcosa di terribile, lascia basiti come si dice in Lombardia. Raccontiamo la vicenda. Il marito marocchino di una connazionale ha sottomesso la moglie, praticamente schiavizzandola. Come? Intanto togliendole la libertà, lui usciva per andare a spasso per i fatti propri e la chiudeva in casa portandosi appresso le chiavi. Poi la maltrattava secondo l'usanza maomettana, la costringeva a indossare il velo senza contare vari altri abusi. Non la faccio troppo lunga. Sta di fatto che la signora viveva in stato di cattività, talmente succube del coniuge che a un certo punto ella ha deciso di denunciarlo nella speranza di poter respirare un poco di aria pura.

 

 

Cominciano le indagini e a inchiesta ultimata il fascicolo finisce sul tavolo di un pm, secondo la solita prassi. Si pensa che finalmente la povera donna ottenga ciò che le spetta: l'opportunità di campare civilmente, come accade alla maggioranza delle spose italiane. Neanche per sogno. Il magistrato compulsa le carte, esamina la faccenda e sapete che cosa decide? Di archiviare tutto perché l'uomo in fondo si è comportato in base alla propria cultura islamica, che assegna alle femmine un ruolo subalterno.

 

 

In sostanza l'illuminata toga, si fa per dire, prende per buone e non condannabili le abitudini barbare dei musulmani, giudicandole legittime, benché esercitate nel nostro Paese dove vigono costumi ben diversi da quelli marocchini, e proscioglie l'aguzzino. A noi cittadini evoluti questa delibera scandalizza, perché pensiamo che nessun matrimonio debba prescindere dalla parità dei sessi, e qualsiasi unione regolata su rapporti violenti, non paritari, debba essere condannata. Marocchini o pakistani sono tenuti a comportarsi osservando le leggi nazionali che sono abbastanza chiare. E chi non le rispetta va perseguito. La nostra solidarietà alla consorte dell'energumeno è totale.

 

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