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DiMartedì, confessione di Saviano: "Possibile che sia successo", così Berlusconi è stato fatto fuori dai giudici

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Silvio Berlusconi perseguitato? Può darsi. Parola di Roberto Saviano, che ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, cancella in pochi secondi la campagna politico-mediatica della sinistra degli ultimi 30 anni. Certo, l'autore di Gomorra e Zero zero zero fa passare questo pesantissimo concetto come in un "inciso" nel suo ragionamento, quando dovrebbe essere al centro di una più complessiva e critica riflessione su cosa è stata l'Italia della Seconda e Terza Repubblica, a cavallo tra scandali e indagini della magistratura. 

 

 

 

 

 

"Berlusconi fatto a pezzi per le sue vicende personali? Sono aperto alla possibilità che ci sia stato un accanimento. Ma erano vicende che avrebbero condizionato il suo essere politico", spiega Saviano sul tema delle inchieste giudiziarie contro Berlusconi. "Poteva essere ricattato", aggiunge Floris. "Io tra l'altro - prosegue Saviano - delle sue vicende non guardavo l'aspetto personalissimo delle relazioni, ma il rischio che su quella sua posizione personale potessero ricattarlo". Poi rispolvera, rivedendolo, un antico adagio. "In questo Paese vale il detto 'Male non fare, paura devi avere'. Se fai male sai da dove ti arriverà l'attacco, se fai bene l'attacco ti potrà arrivare da dovunque. Una vita è fatta di contraddizioni che non sono reati e di contraddizioni di cui non devi rispondere all'opinione pubblica".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inevitabile il tema più attuale del leader di Forza Italia. "Oggi ne parliamo come possibile, se non probabile presidente della Repubblica", puntualizza Floris. "Non ci crede neanche lui davvero - taglia corto lo scrittore campano -. Da politico di razza sta utilizzando questa per una strategia altra, magari far confluire i voti su un altro candidato. Io credo sia il tempo per una presidente donna, e credo che Emma Bonino sia la persona con un profilo di incredibile competenza e autorevolezza".

 

 

 

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