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Belluno, la candidata islamica insultata sui social. La Procura archivia: "Non abbiamo Facebook"

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La rete internet della Procura non dà accesso ai social network e così vengono archiviate le denunce di insulti e post di odio su Facebook. È successo negli uffici giudiziari di Belluno dove sarebbe caduta nel vuoto la denuncia di una candidata italo-algerina alle ultime Regionali in Veneto, Assia Belhadj, che dopo aver postato su Facebook la propria foto con il velo, era stata sommersa da insulti offensivi e violenti degli haters.

 

 

 

 

 

La donna, mediatrice culturale di professione, aveva deciso di correre con la lista civica "Il Veneto che vogliamo" di Arturo Lorenzoni. La sua denuncia sarebbe stata archiviata dalla Procura, che con il pm Katjiuscia D'Orlando ha chiesto di non procedere, istanza accolta dalla gip Enrica Marson. Nel provvedimento i magistrati spiegano innanzitutto che non è stato possibile identificare gli autori dei post in modo chiaro, e inoltre che «la rete in uso all'ufficio non consente l'accesso a Facebook». In passato, precisa la Procura, queste indagini «venivano svolte da personale che ora non c'è più e che usava il proprio computer privato e il proprio profilo social per gli accertamenti del caso».

 

 

 

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