Otto e mezzo, Lilli Gruber e la domanda lampo: "Sei uno sconfitto?". La faccia di Travaglio
Si parla della trattativa Stato-Mafia da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, e Marco Travaglio risponde "ai giornali di destra e ai politici che hanno detto che è uno sconfitto": "Io sconfitto? Io non ero imputato, sono un giornalista che ha raccontato la trattativa", ribatte il direttore de Il Fatto quotidiano. Travaglio non cambia idea sull'inchiesta, per lui: "Questa sentenza non scrive mai che il fatto non sussiste, infatti sono stati condannati i mafiosi. Dell'Utri è stato assolto perché non c'è la prova che abbia trasmesso le minacce dei mafiosi a Berlusconi. Quindi non c'è una sola parola che devo correggere", conclude.
Nel suo editoriale sul Fatto, Travaglio, aveva scritto "Per la serie La sai l'ultima?, la sentenza d'appello sulla trattativa Stato-mafia conferma integralmente i fatti, ma condanna solo la mafia e assolve lo Stato - premette un Travaglio tendenzioso come non mai -. E così afferma un principio che sarebbe perfetto per l'avanspettacolo, un po' meno per il diritto penale: trattare con lo Stato è reato, trattare con la mafia non è reato". E ci si chiede se il riferimento di Travaglio all'avanspettacolo sia autobiografico.
E ancora: "Sarà avvincente, fra tre mesi, leggere le motivazioni della Corte d'assise d'appello di Palermo. Ma lo sarebbe ancor più poter assistere alla loro stesura, cioè vedere i giudici che mettono nero su bianco questa trattativa asimmetrica con la Legge del Dipende: è reato solo per i mafiosi da un lato del tavolo e non per i carabinieri e i politici dall'altro: più che una trattativa, una commedia (anzi una tragedia) degli equivoci".