Trattativa Stato-Mafia, lo slalom di Travaglio: come titola il Fatto dopo l'assoluzione dei principali imputati
"Dopo tre giorni di camera di consiglio nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, la corte d'Assise d'Appello ha emesso la sentenza del processo di secondo grado: l'ex senatore di Forza Italia non ha commesso il fatto. Assolti perché il fatto non costituisce reato gli ex alti ufficiali del Ros Mori, Subranni e De Donno. Confermata la condanna a 12 per il medico di Riina, mentre al cognato reato scontato di un anno perché la minaccia al primo governo Berlusconi è stato riqualificata in tentata minaccia proprio a causa dell'assoluzione di Dell'Utri". Così scrive il Fatto quotidiano dopo la sentenza d'appello che ribalta il primo grado di giudizio sulla Trattativa Stato-Mafia.
Il Fatto, che con il suo direttore Marco Travaglio ha fatto dell'inchiesta sulla trattativa una bandiera, non co sta nonostante l'assoluzione dei principali imputati in Appello. "Una trattativa tra uomini dello Stato ed esponenti di Cosa nostra c’è stata. Solo che non costituisce reato: almeno per quanto riguarda le condotte contestate agli esponenti delle Istituzioni. È questa la decisione che chiude il processo d’Appello sulle interlocuzioni tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra nel biennio delle stragi. A emettere la sentenza, dopo più di tre giorni di camera di consiglio, la corte d’Assise d’Appello di Palermo", si legge nell'edizione on line del quotidiano.
Secondo la ricostruzione della Procura, dopo il giudizio della Cassazione che aveva reso definitive le condanne del Maxiprocesso, Cosa nostra avrebbe avviato la sua rappresaglia, anche contro i politici che non sarebbero stati capaci di intervenire per aggiustare la sentenza. Da qui, nel 1992, prima l'omicidio dell'europarlamentare Dc Salvo Lima, poi le stragi (Capaci e via D'Amelio), nonché quelle del 1993 in "continente". Mannino, temendo per la sua vita, avrebbe avviato i contatti con i boss attraverso i carabinieri. Un'ipotesi questa completamente smontata dai giudici che l'hanno processato che hanno invece rimarcato come l'ex ministro abbia sempre contrastato la mafia. Ma che per il Fatto invece non esiste.