Silvio Berlusconi rifiuta la perizia psichiatrica: "Lesiva della mia onorabilità, processatemi anche in mia assenza"
Quando è troppo, è troppo. Silvio Berlusconi si ribella alla richiesta di sottoporlo ad una "illimitata perizia psichiatrica" avanzata dai giudici del processo Ruby, definendola in una durissima lettera "lesiva della mia storia e della mia onorabilità", oltre che "un evidente pregiudizio nei miei confronti". Così il Cavaliere in una lettera inviata al collegio dei giudici di Milano, missiva con cui rispinge la richiesta di approfondimento sulla sua salute psichica. "Processatemi anche in mia assenza, ma io non mi sottoporrò alla perizia", tuona il leader di Forza Italia.
Il punto è che i giudici della settima sezione penale di Milano avevano conferito ieri - mercoledì 15 settembre - a Riccardo Zoia, Ilaria Rossetto, Andrea Finzi l’incarico di esaminare Silvio Berlusconi e di accertare che le condizioni di salute "anche psichica" del Cavaliere siano "assolutamente impeditive" della sua partecipazione al processo Ruby ter. Il presidente Marco Tremolada aggiungeva che i periti e i consulenti di parte "avranno la possibilità anche di visitare il paziente".
Ma la difesa di Berlusconi, rappresentata in questo processo dal legale Federico Cecconi, si era riservata di nominare i propri consulenti. In aula si tornerà il prossimo 17 novembre, ma dopo la durissima lettera del Cavaliere lo scenario potrebbe mutare.
Nel dettaglio, i periti nominati dal Tribunale sono il professor Zoia, direttore del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università Statale di Milano, la psichiatra Ilaria Rossetto e il cardiologo Andrea Finzi. Il pm Luca Gaglio, aveva spiegato in aula che l'accusa aveva nominato come consulenti il professor Claudio Tondo, aritmologo cardiologo, il dottor Renzo Rosini e il dottor Leo Nahon, psichiatra ed esperto di depressione. Un incarico che ha la durata di 45 giorni, a meno che gli esami richiedano più tempo. Ma il punto è che ora, Berlusconi, dice un secco "no" alla perizia psichiatrica.