Silvio Berlusconi, rilancia la battaglia sul garantismo nella giustizia italiana: "Un crimine condannare un innocente"
Silvio Berlusconi, sulle colonne del Giornale, analizza l'attuale momento della giustizia italiana travolta da continui scandali e rilancia il suo cavallo di battaglia sulle riforme da applicare. "Perseguire una persona non colpevole significa addirittura incoraggiare il crimine, distogliendo mezzi, risorse umane e denaro dalla caccia ai veri criminali. Non si può essere sottoposti a questa tortura per decenni. E spesso chi valuta è condizionato da pregiudizi politici: serve un giudice terzo che non sia legato all’accusa. Il garantismo è uno dei principi fondanti di Forza Italia insieme a liberalismo, cristianesimo ed europeismo", scrive il leader politico.
Berlusconi torna indietro negli anni e punta il dito contro i suoi storici "nemici" politici: i comunisti. "Negli anni ’60-70 il Partito comunista compì un’opera sistematica di occupazione della magistratura con nomi di fiducia da inserire nei gangli vitali del sistema giudiziario. L’operazione Mani Pulite, e tante altre vicende successive, sono figlie di questa storia. Come ben comprese già 30 anni fa Giovanni Falcone, 'confondendo la politica con la giustizia penale l’Italia, pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba'", scrive ancora Berlusconi.
Il leader di Forza Italia entra poi più nel dettaglio parlando anche della riforma della giustizia voluta dalla ministra Cartabia: "Un imputato assolto da un tribunale non dovrebbe essere ulteriormente perseguito. Giusta l’inappellabilità dell’assoluzione. Se un magistrato lo ha ritenuto innocente evidentemente esiste almeno un dubbio sulla sua colpevolezza. Per questo abbiamo proposto l’inappellabilità dei giudizi di assoluzione. A tutto questo si aggiunge il fatto che nella pratica il processo è esso stesso una condanna, perché dura anni, perché getta sulla persona l’ombra del sospetto e dello stigma sociale, perché ne limita – anche se innocente – molti diritti e molte libertà ed è anche per questa ragione che i processi non possono durare all’infinito, una persona non può essere sottoposta a questa tortura per decenni. La prescrizione è una misura di civiltà", rivela Berlusconi.