Open Arms, l'ex grillino che può salvare Matteo Salvini: "Danilo Toninelli voleva scavalcare il leghista"
Inizieranno il 15 settembre a Palermo le udienze del processo per il caso Open Arms, che vede Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. L'ex ministro dell'Interno, secondo i pm siciliani, nel 2019 avrebbe "sequestrato" 147 migranti per diversi giorni. Ma sia lui che il suo avvocato, Giulia Bongiorno, hanno sempre respinto questa accusa, sostenendo la non competenza dell’Italia, che avrebbe semplicemente temporeggiato in attesa di un accordo Ue sulla ridistribuzione di quei migranti.
Il capo del Carroccio, però, avrebbe un asso nella manica. Si tratta dell'ex grillino Stefano Lucidi, che potrebbe scagionare Salvini durante il processo. Lui, infatti, è uno dei testimoni che la difesa del leader del Carroccio ha chiesto di convocare. Eletto per due volte al Senato con il Movimento 5 Stelle e poi passato alla Lega a fine 2019, Lucidi - da insider pentastellato - potrebbe dimostrare che la prima anomalia è la presenza alla sbarra del solo Salvini, non accompagnato da altri esponenti dell'ex governo, il Conte I.
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Lucidi, infatti, potrebbe raccontare che il governo dell'epoca non solo condivideva in toto la linea sui migranti dettata da Salvini, ma addirittura, spiega una fonte all’Adnkronos, a volte si sarebbe spinto anche oltre. Tanto che in alcuni casi "l'ex ministro alle Infrastrutture Toninelli avrebbe voluto scavalcare Salvini". Tra gli altri testimoni chiamati a presenziare - come riporta il Giornale - ci sono anche Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, il comandante della Open Arms, l’ex premier maltese Joseph Muscat e l’ex vicepresidente del consiglio di presidenza libico, Ahmed Maitig.