Francesco Greco indagato? Alessandro Sallusti: "Dall'intoccabile mondo oscuro sopra a Palamara sparano i cecchini"
Se fossimo come loro, cioè come certi procuratori e i giornalisti loro complici, oggi diremmo che Francesco Greco, capo della procura di Milano, una delle più importanti d'Italia, è un insabbiatore di inchieste e complice di una loggia segreta. Greco ha infatti ricevuto ieri un avviso di garanzia per omissioni di atti d'ufficio per aver ritardato e ostacolato una delicata inchiesta del suo sottoposto Paolo Storari su presunti rapporti poco chiari tra magistrati, politici e faccendieri, il famoso caso "Loggia Ungheria" che ha già visto finire nei guai un altro pezzo da novanta della magistratura, il moralista manettaro Piercamillo Davigo.
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Siccome noi non siamo come loro, cioè non riteniamo che la tesi contenuta in un avviso di garanzia sia una verità assoluta e già accertata, siamo cauti e quindi fino a prova contraria Greco è uomo pulito e magistrato integro. Ciò non toglie che evidentemente ai vertici della magistratura le cose non sono così limpide come ci si vuole fare credere. Io ovviamente non so se è mai esistita o esiste ancora una loggia chiamata Ungheria, ma ormai mi è chiaro che la magistratura oltre che in correnti politiche è divisa in logge più o meno segrete che magari non necessitano di riti di iniziazione ma che operano dietro le quinte per raggiungere scopi che nulla hanno a che fare con la giustizia. Come? Inquinando, attraverso i giornalisti "affiliati", i pozzi dell'informazione certamente e molto probabilmente - basti pensare al recente caso della maxi inchiesta Eni finita nel nulla - anche i processi che hanno a che fare con la politica, gli affari e i loro protagonisti.
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Altro che caso Palamara. Sopra a Palamara c'è stato un mondo oscuro neppure scalfito dallo scandalo che ha coinvolto l'ex magistrato ancora in grado - Palamara nei suoi racconti li chiama "i cecchini" - di togliere di mezzo personaggi sgraditi, adepti bruciati e aprire la strada a nuovi amici vergini e affidabili per ricominciare tutto da capo. È inutile provare a riformare la magistratura per via ordinaria se non si prende atto che stiamo parlando di un sistema marcio alla radice che, giralo come ti pare, non potrà che dare frutti bacati. Ma qui dovrebbe intervenire la politica, per cui non facciamoci illusioni: la giustizia rimarrà a lungo nelle mani di logge e lobby.
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