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Mario Draghi, il retroscena sulla giustizia: "Due ore di tempo per indorare la pillola", le parole a Luigi Di Maio

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Con l'approvazione della riforma della giustizia in Consiglio dei ministri Mario Draghi ha incassato un ottimo risultato. Sia a livello nazionale che a livello europeo, visto che il provvedimento era oggetto di uno dei tanti impegni presi con l'Unione europea. Arrivare a questo risultato, però, non è stato per niente semplice. A mettersi di traverso, fin dall'inizio, sono stati i 5 Stelle di Giuseppe Conte.

 

 

 

In Cdm i grillini avrebbero addirittura minacciato di lasciare il governo se il premier e la ministra della giustizia Marta Cartabia non avessero dato ascolto alle loro istanze. Ed è in quel momento che Draghi, che con Conte ha un rapporto di mera cortesia, avrebbe trovato in Luigi Di Maio il suo interlocutore, l'unico grillino su cui poter fare leva. Stando al quotidiano Il Tempo, il presidente del Consiglio - nel bel mezzo della crisi - gli avrebbe detto: "Vi concedo di indorare la pillola con la stampa, ti do due ore di tempo per parlare con i tuoi e per riportarli alla ragione". 

 

 

 

Draghi, insomma, avrebbe capito che l'unica identità dei pentasellati al momento è quella di governo. Ne è una dimostrazione proprio Di Maio, capace di ricoprire la carica di ministro in ben tre governi differenti. E in effetti, poi, sarebbe stato il titolare della Farnesina a portare a casa la trattativa con i suoi compagni, allineandosi anche alle precise volontà di Draghi. Il duro lavoro del premier, però, non è finito. Anzi, è appena iniziato: le prossime riforme sul tavolo riguardano Fisco e concorrenza.

 

 

 

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