Matteo Renzi, "aperto" il cellulare di Lucio Presta: caccia grossa dei pm, in ballo 700mila euro e una villa
La procura di Roma "apre" cellulari e computer di Lucio Presta e suo figlio Niccolò. Nel mirino chat e messaggi scambiati con Matteo Renzi prima della sigla dei contratti da 700mila euro percepiti dal leader di Italia Viva. L'accusa è che parte del denaro servisse per elargire a Renzi i soldi necessari ad acquistare la villa dove ora vive con la famiglia. Per questo i tre sono indagati per finanziamento illecito. I soldi dell'abitazione - ricorda Il Corriere della Sera - erano stati anticipati dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli e restituiti dall'ex premier dopo aver percepito i compensi da Presta.
Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno così copiato il contenuto di cinque smartphone e cinque tra tablet e computer sequestrati nella società Arcobaleno Tre, amministrata dallo stesso Niccolò Presta. L'obiettivo è duplice: chiarire i rapporti economici tra i tre e verificare se — come sospettano gli inquirenti — sia stato proprio Presta ad avvisare Renzi che era stata avviata un’indagine su di loro, dopo aver ricevuto la "visita" dei finanzieri nell’ufficio di Roma.
Non solo perché Presta senior e junior sono finiti nel mirino delle toghe anche per false fatturazioni. Secondo i pubblici ministeri avrebbero emesso documentazione fiscale per prestazioni in realtà mai avvenute che servivano esclusivamente a "coprire" il versamento di denaro. L’accusa — generata da segnalazioni di operazioni sospette dell’Unità antiriciclaggio di Bankitalia — è stata rispedita al mittente dal leader di Italia Viva che ha negato con un post su Facebook: "È tutto tracciato, non temo niente e nessuno". L'accordo più sospetto per gli investigatori è quello che affida alla Arcobaleno Tre l'immagine del senatore in Italia e all'estero nei settori dello spettacolo, televisione, cinema e teatro. In questo caso dovrebbe essere Renzi a pagare i Presta e non il contrario. In una clausola invece si fissano gli "obblighi dell’artista" e gli riconosce 100mila euro. Mentre altri 200mila gli vengono elargiti per due programmi mai realizzati.