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Francesco Greco "si rifiuta". Procura di Milano, fuga di notizie: è scoppiata la guerra tra magistrati

 Francesco Greco

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E' in atto un duro scontro tra la Procura di Brescia e quella di Milano. Il procuratore Francesco Greco, infatti, non vuole consegnare a Brescia (che sta indagando sul suo vice Fabio De Pasquale sull'ipotesi che non abbia sottoposto ai giudici del processo Eni-Nigeria prove dell'inattendibilità dell'accusatore Vincenzo Armanna) gli atti sulla trasferta in Nigeria che la sua vice Laura Pedio fece nel settembre 2019, come riporta il Corriere della Sera. 

 

 

Secondo Greco, questa rogatoria nigeriana del 2019 sarebbe coperta da segreto perché sta nell'indagine milanese tuttora aperta sul "complotto Eni" e dunque solo la Nigeria potrebbe autorizzarne l'utilizzo prima. Ma Franceso Prete, procuratore di Brescia, non è d'accordo. E cerca "l'interrogatorio del teste Mattew Tonlagha (suggerito nel 2019 da Armanna ai pm milanesi a riscontro delle proprie accuse a Eni) non per usarlo in altri processi ma per verificare se Armanna, ome emerso proprio dalle sue chat con Tonlagha scoperte dal pm Paolo Storari e segnalate invano ai propri vertici tra fine 2020 e inizio 2021, nel 2019 avesse appunto indottrinato il giorno prima il teste Tonlagha", scrive il Corriere.

 

 

E non finisce qui. Greco scrive al ministero della Giustizia una lettera in cui chiede alla Guardasigilli Marta Cartabia di domandare alla Nigeria "se intenda autorizzare la consegna della rogatoria ai pm di Brescia". Che ora devono fermarsi perché la lettera del ministero diretta in Nigeria, è già stata spedita.

 

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