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Mario Draghi, intenzionato a proseguire senza intoppi sulla riforma Cartabia: nessuna speranza per l'M5s

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Approvare in Parlamento la riforma del processo penale prima della pausa estiva. Questa l'idea di Mario Draghi sulla riforma della giustizia del ministro Cartabia. Non vuole che i partiti gettino le loro bandierine sui binari del provvedimento. Il testo arrivato in commissione alla Camera va approvato così com' è e soprattutto in fretta. Draghi lo ritiene "fondamentale" viste le istanze di Bruxelles per consentire l'arrivo dei fondi del Pnrr. "Dobbiamo fare le cose rispettando il calendario, non possiamo accumulare ritardi", continua a ripetere l'ex presidente della Bce. Il timore è che, se non approvata prima del semestre bianco che si apre il 3 agosto, la riforma possa finire nel pantano. "Mi auguro che in Parlamento non ci siano frenate dei partiti", ha ribadito ai leader della maggioranza nei colloqui intercorsi questi giorni.

 

 

 

 

Matteo Salvini ha detto che "bisogna correre, accelerare sulle riforme e che quella della giustizia va approvata prima dell'estate". Ma Grillo e Conte hanno trovato l'intesa sullo statuto del M5S "e il ritorno dell'ex premier sulla scena ora rischia di fermare il convoglio della riforma. L'avvocato e presidente in pectore del partito più grande della maggioranza ritiene il ddl Cartabia inaccettabile, perché cancellerà migliaia di processi", fa sapere il Corriere della Sera.

 

 

 

 

 

 L'ordine di Conte è rallentare l'iter della riforma. Se Palazzo Chigi spinge perché la riforma vada in aula il 23 luglio, come da calendario, i 5 Stelle chiedono tempo. Il Pd, tramite Letta, fa sapere che "qualche aggiustamento si potrà anche fare, ma l'impianto della riforma non si tocca". A Palazzo Chigi si augurano che il M5S non voglia restare isolato, non faccia ostruzionismo e che mantenga con coerenza l'impegno preso dai ministri. Nei prossimi giorni Draghi  incontrerà anche Conte.

 

 

 

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