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Flavio Briatore e lo yacht confiscato. Sentenza della Cassazione: "Se ne sono fregati": nero su bianco, l'accusa ai magistrati italiani

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"La barca di Flavio Briatore non doveva essere sequestrata": questa una delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha "ripreso" la Corte d'Appello di Genova. La stessa Corte che - alla vigilia dell'udienza decisiva -  decise di svendere lo yacht Force Blue dell'imprenditore. In terzo grado di giudizio, però, sono state smontate le accuse portate avanti dai pm contro Briatore. Secondo l'imputazione originaria, infatti, lui avrebbe spacciato per yacht aziendale e da noleggio quella che era la sua barca privata, godendo così di robusti vantaggi fiscali.

 

 

 

All'inizio l'accusa aveva avuto ragione: Briatore fu condannato nel 2015 a un anno e undici mesi di carcere - insieme al comandante della barca e ad altri imputati - per avere sottratto al fisco tre milioni e 600mila euro. In appello, altra condanna anche se ridotta. Sempre nel 2015, però, la Cassazione annullò la decisione dei colleghi genovesi spiegando loro di avere sbagliato tutto e rimandando indietro il fascicolo. Tuttavia, come si legge adesso nelle motivazioni depositate e come riporta il Giornale, la Corte d’appello di Genova "si è comportata come se tutto ciò che era scritto nella sentenza di annullamento non la riguardasse".

 

 

 

L'appello, infatti, ha affermato un’altra volta che Briatore fosse colpevole e gli ha portato via sia il Force Blue che i 3,6 milioni. Ma - scrive la Cassazione - "come si spiega il fatto che il Force Blue ha effettivamente navigato in Italia e all’estero conducendo clienti terzi in forza di regolari contratti di charter?". Adesso ci sarà un nuovo processo d’appello. Intanto la barca non c'è più: valeva 19 milioni, ma i giudici genovesi l'hanno messa all’asta per sette.

 

 

 

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