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Mario Draghi perde le staffe con M5s e partiti in Cdm: "Stava per crollare tutto", il diktat sulla riforma della giustizia

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Marta Cartabia ha portato la nuova riforma della giustizia al Consiglio dei ministri scatenando l'ira del Movimento 5 Stelle e non solo. A riportare per filo e per segno quanto accaduto dentro le mura di Palazzo è il Corriere della Sera. "Stava per crollare tutto", ha confessato chi era presente. E infatti le forze politiche al governo, in lotta tra loro sulla riforma del processo penale, hanno costretto Mario Draghi a intervenire e con metodi tutt'altro che pacati. "Una maggioranza eterogenea richiede compromessi, ma nessuno può tenersi le mani libere in Parlamento", ha tuonato il premier ribadendo che la riforma debba "essere approvata così com'è".

 

 

Un messaggio destinato non solo ai grillini che dello stop alla prescrizione ne fanno un cavallo di battaglia, ma anche a Forza Italia, Lega e Italia Viva che sono perplessi sulla mediazione che prevede tempi del processo più lunghi per i reati contro la Pubblica amministrazione. Ma a irritare ancora di più è il botta e risposta tra Renato Brunetta e Stefano Patuanelli tanto che Draghi, visibilmente adirato, chiede di smetterla con le bandierine: "Chiedo lealtà, mi appello al vostro senso di responsabilità. Questa riforma è legata al Pnrr, è fondamentale e io voglio una maggioranza compatta e responsabile". E così tacciono tutti, concedendo il via libera.

 

 

All'interno del Movimento però i malumori non si fanno attendere e l'ala filo-Conte arriva addirittura alle minacce: "Non possiamo stare al governo solo per incassare schiaffi e umiliazioni". A portare a Draghi e al ministro della Giustizia l'ultimatum pentastellato è stato il mediatore Luigi Di Maio: "Il testo così come ci è stato proposto non possiamo votarlo. Abbiamo la forza parlamentare per fermare gli emendamenti in aula e quindi in Cdm ci asterremo". Ed è a quel punto che Draghi e Cartabia espongono il progetto di mediazione che va incontro alle proteste dei pentastellati: corruzione e concussione saranno inseriti tra i reati per i quali lo stop alla prescrizione scatta in tempi più lunghi. Finita qui? Chi può dirlo.

 

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